Un altro Cilento è possibile. Lettere a Cirielli e Brambilla da parte di un cilentano. Ce n’è per molti, da chi non le manda a dire e non ha peli sulla lingua
| di Redazione
Riceviamo e pubblichiamo integralmente
Lettera aperta al Presidente della Provincia Cirielli
Egregio Presidente, sono un cilentano orgoglioso di esserlo. Sono un cilentano stanco della politica tesa a distruggere seppellendo quanto di buono c’è nel Cilento sotto una montagna di finanziamenti utili più a tacitare le coscienze che a far crescere e sviluppare una coscienza critica. Ho letto il suo intervento sullo spopolamento del Cilento: solite soluzioni populistiche e prive di pilastri.
Lei si è mai chiesto perché fuori dal Cilento noi riusciamo a crescere, mentre nella pancia della vacca grassa sappiamo solo ruminare , perdendo ogni istinto imprenditoriale? Dopo cinquant’anni il mondo intorno a noi è cambiato radicalmente, per cui altre dovrebbero essere le forme di comunicazione politica: ma voi siete rimasti gli stessi, figli di una cultura che fa dell’assistenzialismo di stato l’unica ragione di vita e l’unico programma. Lei aveva chiesto la collaborazione degli operatori sul territorio, ma di quali? Forse dei soliti noti che da anni mangiano il pane di tutti senza nulla creare? Io le avevo scritto, ma non ha avuto neanche l’educazione “politica” di rispondere, non faccio parte del suo gregge.
Vorrei chiederle se conosce in che percentuale sono presenti le figure professionali nelle strutture turistiche ; vorrei chiederle se conosce almeno cinque alberghi in tutto il Cilento dotati di un “vero” direttore o di un vero maitre di sala; vorrei chiederle se conosce i “reali” stipendi pagati dai nostri presunti operatori turistici. Questa realtà potrà mutare solo quando la classe politica saprà realmente gestire le risorse economiche destinate allo sviluppo turistico; si pagano tanti consulenti per circostanze e problematiche che spesso fanno ridere chi le conosce, perché non affidarsi a dei veri professionisti del turismo in grado di dettare i temi ed i tempi dello sviluppo locale? I primi ad aver bisogno di corsi professionali sono gli operatori turistici cui andrebbe insegnato la differenza tra “padrone” ed imprenditore turistico, tra “aspettare” il turismo ed il “creare” turismo: sempre ammesso che a livello politico queste differenze siano conosciute.
Ma se le varie “trovate” sono solo ed esclusivamente di carattere assistenziale, la risposta sembrerebbe scontata: il turismo, quello vero, non si fa solo con i capitali, ma l’unico vero capitale necessario è “l’idea del fare turismo”, andando incontro alle rinnovate necessità del mondo attuale.
La politica per un territorio non deve essere fatta per creare consenso immediato, ma pensando al futuro: il futuro dei nostri giovani non può essere condizionato dal sapere che prima o poi anche per lui ci potrà essere un finanziamento. Vi siete mai sognati di ascoltare una voce “contro”: contro i finanziamenti a pioggia, ma a favore di quelli mirati e produttivi, contro l’elargizione di cariche a scopo clientelare, contro la proliferazione di associazioni incapaci di associare ma tenute insieme solo dal miraggio delle sovvenzioni regionali? Perché si continua a parlare di fantasiosi progetti e da venti anni circa la strada Pisciotta-Ascea è in perenne abbandono? Perché il problema Aeroporto non è stato affrontato da persone in grado di programmare e gestire uno scalo aeroportuale e ci si è limitati a bruciare risorse per inglobare personaggi che con il sistema aeroportuale nulla hanno a che fare? Perché non programmare, promuovere e realizzare una vera associazione di operatori in grado di fare “mercato”?
Lei ha mai partecipato ad una Fiera del Turismo che non sia Paestum” E’ riuscito a capire i limiti degli operatori locali che giocano partite contro e non “per”? Ha visto come sono bruciate ingenti risorse in inutili “sfilate” dell’apparire senza essere? Questo lavorare l’uno contro l’altro si evidenzia ancor di più quando ci sono in ballo finanziamenti; ma se a costoro lei chiedesse perché non aprono in bassa stagione, si sentirebbe rispondere: “ Chi me lo fa fare? Per 40 euro al giorno non mi conviene neanche alzarmi. Tanto poi arriva Agosto e mi rifaccio”. Fare mercato significa aver voglia di lavorare ed usare la materia cerebrale:spesso mancano ambedue. Questi signori sono il frutto della politica clientelare ed assistenzialistica messa in piede per sopperire all’incapacità progettuale dei politici e degli operatori. Bisogna essere bravi a distruggere ciò che solo venti anni fa era il Cilento: politici ed operatori in questo hanno espresso il meglio delle loro capacità. E’ questo ciò che lei ha in mente per il Cilento? Mi dispiace, ma io lotterò perché questa folle idea dell’inettitudine, non si radicalizzi tra quei pochi operatori che hanno la bontà di seguirmi. A lei ed al delegato al turismo chiedo: perché parlate di turismo come fonte irrinunciabile del sistema economico campano e per il turismo vi limitate ad organizzare inutili incontri in Costiera con gli operatori calabresi? Perché non creare un reale “sistema turistico” in cui l’attore principale sia un operatore preparato e pronto ad andare incontro al mercato e non esserne travolto.
Gli altri? Si preparino a fare la prossima domanda di finanziamento: prima o poi il mercato presenterà il conto per le nefandezze compiute.
Ma forse costoro il mercato turistico, non sanno neanche cosa sia. E lei?
Mi auguro che la sua mente giovanile riesca a pensare oltre la banalità del solito assistenzialismo.
Altrimenti se il futuro è quello prospettato dalle sue parole, prepariamo i nostri figli e nipoti all’esodo di massa, e qui resterete voi ed i vostri seguaci che con la vostra pioggia coltiveranno i propri orticelli inaridendo il territorio intorno.
Buona prosecuzione.
Giuseppe Orlando
Ecco il testo integrale della missiva indirizzata al ministro Brambilla
Egregio Signor Ministro,
sono un semplice elettore di Forza Italia prima e del PDL oggi. Lo sono perché convinto del fatto che solo chi è abituato ad operare in un contesto produttivo rischiando in proprio, può ottenere dei risultati, lungi dall’essere solo avvicinati dal sistema politico del progettare all’infinito per non realizzare mai nulla che non sia a discapito dell’economia nazionale.
Questa mia lettera è scritta istintivamente, non programmata o studiata a tavolino: nasce dall’esigenza di volerle spiegare in che stato vegetativo trovasi il “Sistema Turismo” in uno degli angoli più belli della nostra Bella Italia, Il Cilento, territorio a Sud della Costiera Amalfitana.
Qualche anno fa, pur conscio delle difficoltà che mi attendevano, decisi di mettere in gioco le mie conoscenze del mercato turistico e delle sue dinamiche a favore del Cilento, con la speranza di riuscire a migliorare lo stato di reale depressione e di depauperamento qualitativo che viveva il mio territorio.
Non ho chiesto aiuti economici ad alcun Ente pubblico locale, per non dover sottostare ad alcun tipo di vincolo: volevo essere libero di agire secondo una logica commerciale e non politica, volevo essere libero di poter criticare i colpevoli di tale situazione a prescindere dal colore politico, rimettendoci del mio, sotto ogni punto di vista, convinto com’ero che avrei avuto contro ogni protagonista pubblico e privato.
La mia libertà di pensiero si è scontrata, come ampiamente previsto, con il più becero clientelismo che regna tra gli operatori turistici locali che, pur di ottenere finanziamenti tanto ingenti quanto inutili a salvare le sorti del turismo, sarebbero disposti a rinnegare la loro madre. La passione con cui affrontavo la situazione fu notata ed apprezzata, tra gli altri, dal Direttore del mensile” Tempi Il Cilento”, Dr Filiberto Passananti, che mi chiese la disponibilità a curare, sul mensile, la rubrica “Turismo di qualità”.
Tale richiesta mi rese felice perché pensavo che, attraverso i miei articoli, avrei potuto coinvolgere qualche persona in più o svegliare le menti atrofizzate dei tanti avventurieri locali che si spacciano per operatori turistici. Non avevo fatto i conti con il subdolo legame che lega la politica a questi signori che hanno collaborato a distruggere quanto di meraviglioso la Natura e la Storia ci avevano donato.
Nei miei articoli, ho affrontato quelli che ritengo siano i problemi della scarsa visibilità del Cilento e della sua incapacità a creare un reale “sistema turismo” in grado di affrontare il mercato con metodologie più adeguate ai tempi ed alle esigenze attuali.
Ho sempre criticato la Sinistra per il suo modo di governare particolarmente attento alla “sistemazione” di persone in settori importanti a prescindere dalle specifiche conoscenze: l’importante, per costoro, era avere un punto di aggregazione in grado di “gestire”voti e potere nel territorio.
Mi illudevo che non sarebbe stato lo stesso con amministratori del Centrodestra e che ogni incarico venisse svolto, o quantomeno gestito, da persone preparate sulle rispettive materie. Ed invece, sembra di essere al centro di un assalto alla diligenza, tutti intenti a salire sul carro dei vincitori, per appropriarsi di finanziamenti e benefici vari. Sono sempre i soliti, da 40 anni a questa parte, a gestire direttamente o per interposta persona, potere e risorse, a condizionare ogni scelta programmatica per il futuro nostro e dei nostri figli.
Non ritengo concepibile che un territorio a profonda vocazione turistica, dotato di ogni tipo di attrattiva utile per una crescita economica imperniata sul turismo venga “non gestito” sino al punto da farla dimenticare dai circuiti turistici, a tal punto da far mancare a tutt’oggi una “Legge sul Turismo” che per tutti è la base del “fare turismo”.
Nel Cilento di turismo, invece, si sta morendo.
Basta valutare quanto sta avvenendo intorno alla questione Aeroporto Costa d’Amalfi di Pontecagnano: prima hanno progettato un aeroporto-giocattolo, poi ne hanno affidato la gestione a società prive di ogni legame con il mondo degli aeroporti, ora continuano a sbranarsi come cani arrabbiati per distruggere ogni possibile sviluppo. Ed il tutto a discapito del territorio.
Le chiedo, qualora ne avesse facoltà, di intervenire: ogni anno che passa le cose peggiorano, la qualità del turismo diminuisce, i capitali comunitari sperperati aumentano a beneficio di pochi, ognuno pensa solo al proprio tornaconto, senza un’idea di cosa fare per uscire dalle paludi.
Intervenga presso il Presidente della Provincia di Salerno e presso il nuovo Presidente della Regione chiedendo loro di agire di più anziché filosofeggiare sul turismo, chieda di ascoltare non solo e sempre gli amici degli amici, ma anche coloro che operano sul territorio con la passione e senza chiedere nulla che non sia un po’ di maggiore considerazione. E di persone amanti del territorio ce ne sono tante, ma tutte abbandonate a se stesse, boicottate e derise dalla massa di nullafacenti.
Molti miei simili hanno gettata la spugna, arrendendosi ad un’evidenza dei fatti che definire tragica è pleonastico:il sottoscritto, nonostante tutto quello che ci ha rimesso in tempo, denaro e rapporti personali,non è ancora disposto a cedere perché crede che una volta toccato il fondo si possa solo risalire.
Inutile piangere sulla crisi, quando si sperperano somme per realizzare eventi inutili ai fini di un reale sviluppo, ma che hanno solo il fine di creare consensi elettorali. Le scelte da fare devono prescindere da qualsiasi valutazione di convenienza politica, devono badare solo ed esclusivamente alla convenienza di tutti.
Quando si ospitano operatori esteri con il proposito di far conoscere loro la Campania ed il Cilento in particolare, non si possono far soggiornare questi , sulla Costiera Amalfitana che non ha certo bisogno di visibilità nel mondo turistico. Educational e convegni istituzionali vengono organizzati solo a beneficio di chi li organizza, senza seguire alcuna logica promozionale.
Tra le somme investite in consulenze spesso inutili, perché non pensare a dei consulenti per lo sviluppo turistico del Cilento?
Perché programmare e bruciare risorse per un pseudo collegamento Cilento-Eolie (anno 2009) quando anche il più ignorante degli esperti del turismo capisce che sono due mondi distanti e diversi sotto ogni punto di vista?
Perché organizzare eventi musicali costosi e non provvedere al ripristino della sentieristica del Parco Nazionale?
Perché finanziare eventi che vengono poi pubblicizzati una settimana prima della realizzazione impedendo di creare pacchetti turistici imperniati su di essi?
La risposta è una ed una soltanto, e lei la può senz’altro immaginare.
Abbiamo la fortuna di avere il secondo Parco Nazionale più grande d’Italia, ma l’attuale Presidente Dr Amilcare Troiano, se non ricordo male, fortemente sponsorizzato dal centro-destra, aldilà di qualche buona innovazione, ha tirato a campare, eccedendo in presenzialismo di facciata, ma abbandonando all’incuria il Parco che ben altro potrebbe dare alla comunità.
Qualcuno vicino al Presidente, ebbe a dire che nei cassetti il Dr Troiano, allorché si insediò, trovò dei serpenti. Ebbene quei cassetti forse sono stati richiusi per il quieto vivere: il coraggio delle proprie idee è ben altra cosa.
Oggi alcune scelte stanno imbalsamando l’operatività del territorio,anche di quei rari esempi di imprenditori veri e lungimiranti, producendo scoramento e delusione.
Il sottoscritto è disposto a farle conoscere lo stato di abbandono in cui versa quest’angolo di Paradiso, ad ospitarla in qualsiasi momento . Mi creda, ho interpellato tutti, ho scritto a chi potevo, senza avere null’altro che silenzio o risposte fuori argomento.
Mi restava di scrivere solo a lei: volendo può non rispondere, come hanno fatto gli altri, oppure valutare ed approfondire quanto da me affermato. Valuti le somme erogate per il turismo nel Cilento e verifichi le reali statistiche: capirà come a maggiori somme erogate non corrisponda un reale beneficio del territorio.
Controlli come sono stati realizzati e come sono gestiti i vari siti istituzionali (EPT Salerno, Parco Nazionale dove non è possibile reperire i contatti, i siti dei vari Comuni importanti del Cilento, Camerota in primis)costati fior di euro e si renderà conto di come le cose qui puzzino dalla testa
Si stava meglio quando, negli anni ’80, pur in assenza di tante agevolazioni, il nostro territorio era frequentato da un turismo estero di un certo livello e località come Palinuro, Castellabate e Marina di Camerota erano realmente al centro dell’offerta turistica.
Siamo stati degli artisti nel distruggere tutto ed avere, oggi, un turismo povero e dal target molto basso.
Certamente il mio desiderio non è quello di avere il turismo di massa presente il altre note località, ma chiedo che si inizi a costruire quella “cultura del turismo” di cui qui nessuno conosce il reale significato, e non lo conoscono soprattutto coloro che dovrebbero “gestire” ed organizzare il turismo.
Spesso ho avuto modo di affermare che i finanziamenti a pioggia ed indiscriminati hanno ucciso la capacità di “pensare turismo” ; si organizzano corsi professionali per le attività turistiche, ma nelle strutture turistiche esse non sono presenti perché è improbabile che qualcuno degli operatori capisca l’importanza delle professionalità per far crescere un’azienda. Esistono, questi si, stipendi assurdi erogati a chi è costretto ad accettarli per l’impossibilità di scegliere, buste paga emesse solo per detrarre costi mai sostenuti e tante altre cose che avviliscono coloro che vorrebbero realmente crescere professionalmente, costringendoli all’unica scelta possibile: emigrare verso altri lidi.
E fuori dal Cilento abbiamo ottimi cuochi, maitre, camerieri e professionisti del turismo. Pensi che il direttore della MSC Crociera è un cilentano: il Dr Pellegrino, se fosse rimasto qui sarebbe stato sopraffatto dall’apatia e dal fatalismo che brucia ogni pensiero, ogni idea e rende tutti dipendenti dalle decisioni altrui.
Egregio Signor Ministro, le chiedo solo di valutare il contenuto di questa mia, perdonando eventuali errori dovuti alla spontaneità ed alla passione con cui mi sono avvicinato a lei. Se lei ha a cuore le sorti del Turismo sappi che questi problemi sono presenti , in misura diversa, anche in altri contesti.
Le chiedo solo di vigilare affinché al turismo vengano destinati non più fondi, ma maggiori esperti (veri) in grado di rivitalizzare un mondo in forte crisi di idee. Cerchiamo di evitare la deriva, abbiamo tutto quanto serve, manca solo la volontà e la passione per applicare le regole basilari per crescere e fare mercato.
Nella speranza di avere una sua gradita risposta e con il miraggio di una sua visita in questo Paradiso abbandonato dal sapere, le invio i miei più cordiali e sinceri saluti.
Con stima e gratitudine
Giuseppe Orlando
Risposta del giornale
Gentile Giuseppe Orlando, chi le scrive è il direttore di questa testata che ha già avuto modo di confrontarsi con lei via mail. La ringrazio per la libertà del suo giudizio e delle sue parole. Il suo approccio alle problematiche del Cilento è condivisibile perchè informato e privo di qualsivoglia ideologica presa di posizione. Il Cilento ha bisogno di voci libere che hanno a cuore le sorti di questo territorio. Colgo soltanto l’occasione per ringraziarla di tutto questo e soprattutto per la determinazione che sottende alle sue riflessione e che riflette lo spirito di chi non si arrende al declino tenendo il timone dritto verso quell’interesse collettivo a cui i cittadini e chi li rappresenta sono tenuti ad ancorarsi. Purtroppo spesso più nella forma che nella sostanza. Guardi pure a questo quotidiano come ad uno spazio di visibilità in cui le libere idee, a maggior ragione quando sono motivate ed informate, possono trovare diritto di cittadinanza. Infine colgo l’occasione per invitarla ad un appuntamento con Roberto Bonzio, giornalista di Reuters che incontrerà i cilentani, a Scario, giovedì 26 agosto. Credo che questo appuntamento rifletta in pieno le intenzioni che mi sembrano essere alla base della sua rabbia, della sua sfida e della sua rinuncia. A partire dalle ragioni che partoriscono appuntamenti con illuminati e che lei ha puntualmente stigmatizzato. I due incontri con Roberto Bonzio sono stati individuati per dare un concreto segnale al Cilento su quali opportunità offra il futuro e gli strumenti con i quali sono stati messi in programma sono frutto di reciproche collaborazioni professionali, lontani dalle logiche di finanziamenti pubblici per promozioni inutili e sprechi di risorse di tutti. Saremmo felici della sua presenza sia sulle pagine di questo quotidiano a cui auspico lei vorrà continuare a dare il suo contributo solidale di pensiero e di riflessione, sia agli appuntamenti in programma che le abbiamo appena segnalato. Grazie per la libertà.
©Riproduzione riservata