Uccise il vicino e lo sotterrò, procuratore generale alla corte: «Non agì con crudeltà nè per motivi futili»

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Uccise il vicino e lo sotterrò, procuratore generale alla corte: «Non agì con crudeltà nè per motivi futili»

Colpo di scena in Cassazione per il nuovo atto del processo contro Antonio Mariano condannato a 15 anni in appello per l’omicidio di Giuseppe Novellino. Il procuratore generale ha chiesto alla Cassazione di annullare la condanna, limitatamente alle aggravanti della crudeltà e dei motivi futili e abbietti. Mariano era stato condannato dalla Corte d’Assise d’Appello di Potenza a 15 anni e 4 mesi. Il contadino di Vibonati il 28 agosto del 2012 ha ucciso e sotterrato vicino la discarica del comune, Giuseppe Novellino di 71 anni. Novellino quella sera era a Vibonati per una breve vacanza e sarebbe dovuto ritornare a Torino, dove risiedeva, dopo qualche giorno. In primo grado il 63enne era stato condannato a 15 anni di reclusione con rito abbreviato. Poi la pena è stata confermata dalla Corte d’Assise d’Appello di Potenza.

Nell’articolata richiesta alla Cassazione, il legale di Mariano, l’avvocato Franco Maldonato, ha scandagliato punto per punto gli indizi che hanno portato la Corte d’appello di Potenza lo scorso anno a emettere la condanna. Quello che la difesa ha sottolineato nel suo ricorso è la «carenza assoluta di intenzionalità omicidiaria», sostenendo che «aver raccolto la pietra sul luogo dell’omicidio ne sottolinea l’occasionalità del mezzo», come lo confermerebbero, sempre secondo il legale, anche «l’unicità del colpo letale e la casualità dell’incontro tra i due». Dunque «nessuna intenzione di uccidere Novellino» perché all’incontro il Mariano «ci è andato a mani nude ed ha utilizzato un mezzo occasionale (la pietra) che ha scagliato contro la vittima solo dopo la minaccia rivoltagli». Maldonato ha sottolineato come sia necessario fare chiarezza proprio su questi passaggi. «Non c’è nessun indizio che porti all’intenzionalità dell’omicidio di Novellino. Mariano quindi va assolto».

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