Blitz della gdf su impero Fabbrocino: «Acciaroli e Castellabate fiore all’occhiello nel Cilento»

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Blitz della gdf su impero Fabbrocino: «Acciaroli e Castellabate fiore all’occhiello nel Cilento»

Un impero economico da capogiro quello che sarebbe stato messo in piedi dall’imprenditore Fabbrocino, nipote del capoclan nolano Mario, arrestato in Argentina nell’87. Secondo le indagini della guardia di finanza di Salerno, prima che le società, ridotte all’osso, fallissero gli indagati avrebbero sottratto i beni schermando il tutto con nuove aziende intestate a prestanome, ma riconducibili sempre alla stessa persona e cioè l’imprenditore Fabbrocino.

L’uomo è stato raggiunto mercoledì dalla misura cautelare degli arresti domiciliari e le indagini della gdf salernitana accerteranno ogni responsabilità. Intanto, stessa misura cautelare anche per Vincenzo Giannella di Castellabate e Antonio Piccirillo di Torchiara, entrambi – secondo l’accusa – avrebbero avuto un ruolo fondamentale nell’eludere le leggi in materia patrimoniale.

Gli interessi nel Cilento. Da alcune intercettazioni risulterebbe che l’imprenditore al telefono avrebbe tentato una vendita commentando: «Fiore all’occhiello del Cilento sono Santa Maria di Castellabate e Acciaroli dove c’è richiesta ma il comune non rilascia licenza mentre a Paestum non si vende».

Il sequestro. Complessivamente sono stati sequestrati 77 appartamenti, 11 terreni, 25 locali e 24 auto e moto vetture, oltre ad essere bloccate 55 polizze assicurative. Sequestrate, inoltre, numerose partecipazioni societarie. Tra queste: 115.300 euro alla Eurocostruzioni, 84mila alla Cilento petroli srl e 98mila alla Igea srl.

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