Marina di Camerota. Un euro che porta bene, “un euro per il cuore”

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Marina di Camerota. Un euro che porta bene, “un euro per il cuore”

A Marina di Camerota, zona portuale, il 3 agosto dalle 21,00 alle 24,00, in collaborazione con l’Associazione onlus “Carmine Speranza” sarà indetta una raccolta fondi per l’acquisto di un defribrillatore.

L’Associazione parteciperà alla serata con propri stand.

La defibrillazione

 
La defibrillazione consiste nell’uso terapeutico di corrente elettrica, somministrata in grandi quantità per un brevissimo periodo di tempo.

Lo shock della defibrillazione depolarizza temporaneamente un cuore che batte in modo irregolare, permettendo così la ripresa di una attività contrattile più coordinata.

Fisiologicamente lo shock depolarizza il miocardio, ponendo fine ad una fibrillazione ventricolare o ad altre aritmie e consentendo il ristabilirsi di una normale attività elettrica.

 

L’importanza della defibrillazione

Le motivazioni che sostengono la necessità di defibrillare più precocemente possibile sono:

– Il ritmo iniziale più frequente negli arresti cardiaci improvvisi è la fibrillazione ventricolare.

– L’unico trattamento efficace per la FV è la defibrillazione elettrica.

– Le probabilità di successo per la defibrillazione diminuiscono rapidamente col passare del tempo.

– La fibrillazione tende a convertirsi in asistolia in pochi minuti.

 

Molti pazienti adulti in FV possono sopravvivere senza danni neurologici anche se la defibrillazione viene compiuta dopo 6-10 minuti dall’arresto.

Una CPR effettuata in attesa del defibrillatore sembra prolungare la FV e contribuire a preservare cuore e funzioni cerebrali. ù

Tuttavia la sola CPR non è in grado di convertire un cuore in FV al ritmo normale.

La velocità con cui si arriva alla defibrillazione è il determinante più importante per il successo degli sforzi di rianimazione.

Quasi tutti i soggetti sopravvissuti senza danno neurologico, in alcuni studi più del 90%, hanno sofferto di una tachiaritmia ventricolare trattata con una tempestiva defibrillazione.

In studi compiuti con l’uso di ECG Holter appare che fino all’85% delle persone che hanno subito un improvviso arresto cardiaco extraospedaliero, non provocato da trauma, ha presentato, come disturbo iniziale del ritmo, una tachicardia ventricolare.

La TV ha comunque spesso una vita breve, e si converte rapidamente in FV, situazione in cui l’unica speranza di una rianimazione con esito positivo risiede nella rapida defibrillazione.

Inoltre, la quota di pazienti in FV a sua volta decresce di minuto in minuto evolvendo sempre più in asistolia, nella quale una rianimazione coronata da successo è estremamente improbabile.

Da 4 a 8 minuti dopo l’arresto cardiaco, circa il 50% dei pazienti è ancora in FV.

Il fattore determinante è il tempo.

E’ chiaro che quanto più precocemente si effettua la defibrillazione, tanto migliore sarà la prognosi.

La CPR può mantenere in vita un paziente per un breve periodo, ma non può ristabilire direttamente un’attività cardiaca organizzata.

Il ritorno ad un ritmo efficace richiede la defibrillazione e una terapia cardiologica avanzata, che devono essere impartite entro pochi minuti dall’evento iniziale.

Sostieni anche tu l’iniziativa!

 

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