Geoparchi, Coldiretti: «Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, servono politiche adeguate»

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Geoparchi, Coldiretti: «Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, servono politiche adeguate»

«Il parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è una risorsa che va valorizzata al meglio: serve una strategia chiara che coniughi lo sviluppo sostenibile del territorio alle esigenze degli agricoltori e degli operatori del turismo». Lo dichiara, in una nota, il presidente della Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio, alla vigilia dell’Egn Conference, la conferenza internazionale dei Geoparchi, in programma nel Parco Nazionale del Cilento dal 3 al 7 settembre. «Purtroppo – osserva Sangiorgio – ancora verifichiamo più vincoli che opportunità per chi vive e lavora nelle aree del Parco e non riscontriamo la auspicabile attenzione da parte della politica. Ne è un esempio la mancata elezione del presidente della Comunità del Parco che si ripercuote negativamente sulle strategie di sviluppo dell’Ente e, di conseguenza, di tutto il territorio. Con gli agricoltori, che sono stati e sono i veri custodi dell’ambiente e dell’habitat, si dovrebbe instaurare un rapporto di dialogo e di fatti concreti. I vincoli, che fino ad oggi hanno reso il Parco un’eccellenza ambientale, potrebbero ulteriormente far crescere il territorio ma solo se condivisi».

«L’Ente Parco – sottolinea Sangiorgio – deve offrire a questa importante fetta di provincia l’opportunità di uscire da una emarginazione durata troppo tempo, di posizionarsi con un grande marchio di qualità sui mercati nazionali ed internazionali, di essere un volano di sviluppo per le attività economiche presenti e per altre che potranno insediarsi. E’ necessario però individuare un progetto di sviluppo coordinato, con il recupero delle aree dismesse, l’efficiente valorizzare dei sentieri, strade finalmente accessibili, compatibilità con le attività agricole, le attività produttive esistenti e con i porti. Il Parco può essere l’esempio del modello di sviluppo che Coldiretti sta impegnandosi a costruire: attraverso una logica di pianificazione e di integrazione dei vari segmenti che compongono l’offerta turistica, il Cilento potrebbe diventare un grandissimo attrattore di investimenti. Ma bisogna finirla con lo scaricabarile tra gli Enti a scapito degli operatori e con l’eccessiva burocrazia». «Infine – conclude Sangiorgio – non possiamo vendere il Geoparco del Cilento in giro per il mondo e invitare operatori e turisti a visitarlo in elicottero perché le strade e le infrastrutture sono inadeguate».

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