D’Angiolillo chiama i cittadini e chiede impegno per valorizzare Ascea

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D’Angiolillo chiama i cittadini e chiede impegno per valorizzare Ascea

Un do ut des dove a guadagnarci sono tutti e a perderci nessuno. Un «patto di collaborazione» fra Comune e cittadini che vogliono prendersi cura dei beni comuni, come spazi urbani, strade, scuole, biblioteche, edifici, presenti nel proprio territorio. A renderlo possibile è un regolamento comunale approvato dal consiglio comunale di Ascea, su proposta del sindaco Pietro D’Angiolillo, vantaggio della comunità locale. Un’aiuola da riprogettare, una scuola da pitturare, una biblioteca da riorganizzare, un edificio da ristrutturale, un’area da riqualificare : ora piccoli e grandi interventi per la qualità della vita di una comunità potranno essere promossi e realizzati da semplici cittadini, singolarmente o associati, senza rischiare di incorrere, secondo la legislazione vigente, in una sanzione in quanto beni comuni.

Il regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la tutela e valorizzazione del territorio comunale di Ascea é stato approvato all’unanimità da maggioranza e opposizione nel consiglio comunale svoltosi sabato sera. Il «patto» prende forma dall’interesse di un cittadino, o di cittadini, verso un bene. I cittadini, quindi, potranno presentare un progetto all’Amministrazione comunale, che dopo l’iter istruttorio e dopo averlo adeguatamente pubblicizzato (anche al fine di accogliere eventuali rilievi di altri cittadini) può approvarlo ove ritenga sussistere l’interesse pubblico. Obiettivi, percorsi, agevolazioni anche di natura tributaria e burocratica sono oggetto del ‘patto di collaborazione’, firmato dalle parti. L’amministrazione comunale può mettere a disposizione locali, materiali, servizi e può  prevedere agevolazioni tributarieesenzione del canone o altre utilità (ad esempio snellimento delle attività relative ai permessi). I cittadini mettono a disposizione tempo e competenze, possono investire anche in attività economiche fornendo, in cambio, servizi e/o beni utili alla comunità

«E’ intenzione dell’amministrazione comunale – ha spiegato il sindaco D’Angiolillo – promuovere ed incentivare il rapporto di collaborazione tra cittadini ed amministrazione al fine di migliorare l’aspetto ed il decoro urbano nonché di rendere partecipi ed attori i cittadini, sia in forma singola che in forma associata, nell’ambito di un processo di realizzazione di interventi volti, in genere, alla tutela e valorizzazione del territorio comunale urbano ed extraurbano e riguardanti, tra l’altro, la pulizia, la manutenzione, l’abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati».

La fonte di ispirazione del “patto di collaborazione” è l’articolo 24 della legge n.164 dell’11.11.2014 (“Sblocca Italia”) e l’articolo 118 della Costituzione (modificato nel 2001) che recita «Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà». «É da qui che nasce l’idea di attualizzare la sussidiarietà in un ‘patto di collaborazione’ fra Comune e cittadini – ha detto il primo cittadino – che vogliono prendersi cura dei beni comuni presenti nel proprio territorio». «La cosa pubblica è una cosa di tutti e non esistono solo modelli competitivi, ma esiste una vita partecipativa che ci permette di stare e di decidere insieme. – ha proseguito – C’era bisogno dicambiare la cultura che vede i cittadini chiedere e la P.A. rispondere, sostituendo questa impostazione con l’idea che il Comune sostiene e promuove la creatività e le attività che i cittadini  vogliono fare. Da questa relazione nasce e si diffonde una nuova energia civica a vantaggio della comunità. Questo non vuol dire che il Comune rinuncia a fare il proprio mestiere, ma che si passa a condividere l’amministrazione della cosa pubblica per migliorare la convivenza civile. Possiamo chiamare questa nuova modalità di agire, innovazione civica». 

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