Saccheggiati siti archeologici Paestum e Pompei: 3 arresti, 147 perquisizioni e 874 reperti recuperati

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Saccheggiati siti archeologici Paestum e Pompei: 3 arresti, 147 perquisizioni e 874 reperti recuperati

I carabinieri del comando tutela patrimonio culturale, con la collaborazione dei reparti territoriali e mobili, stanno eseguendo 147 perquisizioni sul territorio nazionale in un’indagine contro il traffico illecito di beni culturali. Secondo quanto si è appreso, sono stati sequestrati reperti di diverse provenienze, anche dagli scavi di Pompei. L’inchiesta è coordinata dalla direzione distrettuale antimafia napoletana. 

I particolari
L’operazione, senza precedenti, è tutt’ora in corso e sono stati eseguiti sinora 142 decreti di perquisizione. Recuperati oggi e nel corso delle indagini oltre mille reperti. I siti più saccheggiati dai ‘tombaroli’ erano quelli archeologici campani (Paestum e Pompei, tra gli altri), pugliesi e siciliani, ma marginalmente anche quelli dell’area di Cerveteri. L’inchiesta della procura partenopea, delegata al nucleo specializzato dell’Arma, quello per la Tutela dei beni culturali, ha portato alla luce una organizzazione dedita all’attività di recupero clandestino e vendita  illegale di reperti. Una banda che copriva tutta la ‘filiera’ del mercato illegale dei beni culturali, con contatti anche all’estero, e che operava in tutta Italia. Oltre a reperti, i carabinieri del Nucleo avrebbero acquisito anche documenti e materiale utile ai fini dell’indagine in corso. Tra gli indagati, non solo personaggi che hanno già precedenti specifici, ma anche insospettabili incensurati. 

L’operazione
Le perquisizioni legate all’operazione Artemide hanno interessato le provincie di Agrigento, Arezzo, Avellino, Bari, Benevento, Bologna, Brescia, Caltanisetta, Caserta, Catania, Cosenza, Enna, Foggia, Latina, Milano, Napoli, Pordenone, Roma, Salerno, Taranto, Teramo e Viterbo, con il supporto del 7A Elinucleo di Pontecagnano. L’inchiesta è nata dal furto di una porzione di affresco dalla domus di Nettuno a Pompei. Scavo clandestino, ricettazione e illecita commercializzazione di beni culturali sono le ipotesi di reato contestate agli indagati. Già nelle fasi preliminari dell’inchiesta c’è stato il recupero di 874 reperti archeologici e l’arresto di tre italiani in collaborazione col gruppo patrimonio historico della guardia civil. Oggi sequestrati oltre 2000 reperti archeologici tra cui vasellame apulo-canosino a figure rosse, frammenti architettonici, monete italiche, metal detector e utensili di ricerca e scavo clandestino.

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