I medici: “Siamo pronti anche a comportamenti illegali pur di salvare la vita alla gente”

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I medici: “Siamo pronti anche a comportamenti illegali pur di salvare la vita alla gente”

Il giornaledelcilento.it ha intervistato personale medico per fare chiarezza sulla situazione. “Come medici, in ottemperanza ai nostri doveri etici, morali e deontologici, siamo pronti ad ovviare ai divieti pur di salvare la vita alla gente”, hanno detto alcuni medici cilentani da noi intervistati che preferiscono rimanere anonimi e che hanno provato a spiegare la situazione in cui sono costretti ad operare che ha diversi punti di convergenza con i fatti accaduti ieri a Marina di Camerota, quelli relativi al giovane centauro arrivato in ospedale, con ritardo. “E’ ovvio – dicono – che il personale medico è pronto a mettere in campo ogni strumento opportuno che valga a salvare la vita di un paziente, a maggior ragione se si tratta di un giovane. Va tuttavia compreso il comportamento dei reponsabili sanitari, della centrale operativa quindi, che non può autorizzare il personale medico ad attraversare una zona vietata in una situazione di soccorso”. Insomma chi è a contatto con la gente, chi vive nei territori e conosce i limiti infrastrutturali e logistici di quest’area, ma è mosso da da uno spirito umano e professionale ad agire, sa che in determinati momenti di emergenza è opportuno anche violare le regole per salvare vite umane. Tuttavia per lo stesso profilo etico e professionale, tiene a precisare che le responabilità che qualcuno addebiterebbe all’autorità sanitaria sono invece da analizzare da un altro punto di vista. “Quello che può decidere di fare un medico, non può deciderlo un ente”, dicono i medici spiegando che la presumibile mancata autorizzazione di ieri ad attraversare la zona franata, sottoposta a divieto, è purtroppo la prassi a cui si deve attenere l’autorità. Prassi che tuttavia ha determinato l’attivazione di un piano ‘b’ per il soccorso del giovane Marco, che è costato tempi ‘vitali’ per il buon esito dell’operazione di salvataggio di una giovane vita. Va detto che ieri Marco è stato soccorso tempestivamente da una ambulanza di tipo ‘b’ ovvero quella dotata di un autista, un assistente ed un infermiere, ovvero priva di personale medico, di medicine e strumenti opportuni, ad esempio per la rianimazione. Nonostante fosse presente accanto al giovane un noto medico anestesista, Ciro Saturno, questi ha dovuto far fronte alla situazione con gli inadeguati strumenti, gli unici a disposizione. Nonostante tutto l’attività respiratoria del giovane non avrebbe conosciuto – secondo quanto è dato apprendere –  momenti da ‘codice rosso’ rimanendo sotto il controllo del medico presente. Il trasporto in ospedale invece è avvenuto con una ambulanza attrezzata, con a bordo il rianimatore e l’attrezzatura adeguata per la rianimazione, dopo la comunicazione del mancato intervento dell’elicottero per difficoltà meteo.  Va da se la riflessione secondo cui pur di mettersi al riparo da rischi, le istituzioni, mettono un divieto per l’attraversamento di una strada considerata pericolosa, costrngendo altri poi, ovvero i medici, a derogare ai divieti, pur di salvare la vita alle persone.

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