Camerota, tragedia al Ciclope: 6 nuovi indagati per la morte di Crescenzo

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Camerota, tragedia al Ciclope: 6 nuovi indagati per la morte di Crescenzo

Omicidio colposo in concorso per aver «procurato la morte di Crescenzo Della Ragione che mentre si trovava nella discoteca Il Ciclope, dove non avrebbe dovuto avere accesso, è stato colpito al cranio e alla ragione dorsale da una pietra distaccati dal costone sulla discoteca». E’ quanto emerge dall’avviso di conclusione indagini notificato dal procuratore della Repubblica Giancarlo Grippo a nove persone (a quattro era stato già notificato a due giorni dalla tragedia) tra l’ex sindaco di Camerota e i comandanti di polizia municipale dal 2011 al 2016. Tutti sono accusati della morte di Crescenzo Della Ragione, il 27enne di Mugnano di Napoli morto nella notte di San Lorenzo, tra il 10 e 11 agosto 2015, nella discoteca Il Ciclope di Marina di Camerota. E di favoreggiamento personale è accusato Antonio Campanile. Il giovane è stato colpito intorno alla mezzanotte da un masso che si è staccato dal costone roccioso. Alla consolle della nota discoteca cilentana, sotto sequestro da quella notte, c’era Tedd Patterson, un ospite internazionale, che avrebbe dovuto esibirsi fino al mattino. Una serata interrotta da una tragedia.

Gli avvisi di conclusione indagine Il 13 agosto 2015 i carabinieri della compagnia di Sapri, allora coordinati dal capitano Emanuele Tamorri, hanno denunciato quattro persone nel registro degli indagati per il reato – ipotizzato dalla Procura di Vallo della Lucania – di omicidio colposo in concorso. Tra gli indagati il sindaco di Camerota, Antonio Romano, il gestore della discoteca, Raffaele Sacco, e due tecnici incaricati di monitorare il costone roccioso, anche in occasione delle serate, uno è un geologo Antonio Gravina, l’altro è un ingegnere, Gennaro D’Addio, entrambi del casertano. A distanza di un anno e mezzo la Procura di Vallo, notifica altri sei avvisi di conclusioni di indagini. Si tratta di Antonio Ciociano, Antonio Troccoli, Domenico Bortone, Giovanniantonio Cammarano e Donato Salvato. Per loro le accuse ipotizzate dalla Procura sono di omicidio colposo in concorso. 

Le indagini La discoteca, secondo gli inquirenti, non poteva essere aperta al pubblico la sera del 10 agosto 2015, non solo perché era in atto un violento temporale e la commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo aveva fatto divieto, con un verbale, di svolgere l’attività in caso di pioggia consistente, ma anche perché non erano state osservate le altre prescrizioni della stessa commissione di vigilanza in merito alle verifiche del costone roccioso dopo le piogge. Domenico Bortone, sindaco di Camerota dal 2009 al 2012, e pertanto autorità di protezione civile risulta indagato per omicidio colposo «per negligenza, imprudenza e inosservanza dell’obbligo di vigilanza ed il controllo dell’attuazione e gestione del piano di monitoraggio». Indagato anche Antonio Troccoli, quale responsabile del servizio demanio del Comune di Camerota che – secondo la Procura – «per negligenza ometteva di far osservare il provvedimento sindacale con il quale il sindaco protempore aveva sospeso l’autorizzazione comunale perché il sito destinato alla discoteca non offriva le condizioni di sicurezza a causa delle condizioni geomorfologiche del costone roccioso». Per gli altri tre, Donato Salvato, Antonio Ciociano e Giovanniantonio Cammarano, comandanti della polizia municipale di Camerota (il primo dal 13 luglio al 18 novembre 2011, il secondo dal 13 giugno 2012 al 27 novembre 2014 e il terzo dal 1 luglio 2015 al 10 marzo 2016), per «negligenza omettevano di far osservare il provvedimento sindacale.

Di favoreggiamento personale è invece accusato Antonio Campanile, per aver «aiutato Sacco ad eludere le investigazioni rimuovendo o facendo rimuovere da persone non identificate la pietra che aveva colpito il giovane e il restante materiale che si era staccato dalla parete» e ancora «intimando ai giovani presenti in discoteca di non riferire ai carabinieri l’accaduto». Una vicenda intricata che vede complicarsi anche la situazione di Raffele Sacco, gestore della discoteca, indagato anche per apertura abusiva di luogo pubblico in quanto il Ciclope era privo della autorizzazione comunale sospesa con provvedimento del sindaco di Camerota il 4 aprile 2011. Tutti gli indagati ora avranno 20 giorni di tempo per presentare le memorie difensive o chiedere di essere ascoltati personalmente in Procura, al fine di chiarire le loro posizioni. Dopodiché il magistrato inquirente deciderà, o meno, se chiedere il rinvio a giudizio.

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