Linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro, rinviati a giudizio i direttori dell’anas e il sindaco di Sala Consilina: commento del Codacons

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Linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro, rinviati a giudizio i direttori dell’anas e il sindaco di Sala Consilina: commento del Codacons

Rinviati a giudizio, nella vicenda della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro, i direttori dei lavori della ditta esecutrice del viadotto dell’A3 Salerno – Reggio Calabria in località Quattro Querce a Sala Consilina, dell’Anas e il sindaco di Sala Consilina. I primi per danneggiamento, Ferrari per occupazione di suolo pubblico. «Strane coincidenze nei processi penali che si svolgeranno in questo anno 2013 a carico di amministratori ed ex-politici locali», commenta il Codacons Vallo di Diano.

L’antefatto. «Nel marzo del 2010 denunciammo alla stampa il danneggiamento della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro durante l’edificazione del viadotto dell’autostrada A3 SA-RC in località Quattro Querce a Sala Consilina», spiega il responsabile Codacons Vallo di Diano, Roberto De Luca. «L’Anas emise un comunicato stampa ufficiale che negava qualsiasi danneggiamento. Questo comunicato veniva smentito il giorno dopo (9 marzo 2010) dalla pubblicazione di nostre fotografie anche sulla stampa. Nell’aprile del 2010 presentammo quindi denuncia per questa vicenda. Inoltre, da un significativo fascicolo fotografico sullo stato dei luoghi del Corpo Forestale dello Stato e dal verbale di accertamento della direzione compartimentale di Rete Ferroviaria Italiana (R.F.I.) del marzo 2010 si evinceva che una stretta strada comunale di campagna, parallela alla linea ferroviaria, al servizio di un complesso immobiliare privato di nuova costruzione in località S. Maria della Misericordia, aveva invaso il demanio pubblico ferroviario. Tutte queste notizie erano contenute nel fascicolo sottoposto al vaglio della Procura della Repubblica di Sala Consilina».

Richiesta d’archiviazione «Il procuratore della Repubblica, Amato Barile – continua De Luca – tuttavia, inoltrò richiesta di archiviazione, per i fatti da noi denunciati, al gip che però di contro, disponeva – anche a seguito di una nostra opposizione alla richiesta di archiviazione – l’imputazione coatta per danneggiamento della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro nei confronti del direttore dei lavori relativi alla costruzione del viadotto,  Ruggero Giuseppe Castrignanò, e del direttore dei lavori dell’Anas, Francesco Sabato. Lo stesso gip ordinava  imputazione coatta del Sindaco di Sala Consilina, Gaetano Ferrari, per occupazione di demanio pubblico ferroviario, per i lavori di allargamento ed asfaltatura della stradina comunale».

«Oggi leggiamo – continua il responsabile Codacons Vallo di Diano – nel decreto di citazione a giudizio che Ferrari, “nella qualità di Sindaco di Sala Consilina, al fine di occupare il terreno appresso indicato e di trarne comunque profitto, dava disposizione – confermata con dichiarazione a sua firma datata 15.07.2010 – di procedere all’allargamento della strada comunale sita in località S. Maria della Misericordia di Sala Consilina mediante occupazione di un terreno di proprietà della società R.F.I., e destinato a luogo pubblico, per un’estensione di circa mq. 1000, senza l’adozione di alcun formale provvedimento nei confronti della predetta società, così determinando l’arbitraria invasione di predetto terreno”. Il sindaco di Sala Consilina -continua De Luca – sarà difeso, nel processo penale che inizierà il giorno 24 aprile 2012 dall’avvocato Vincenzo Vita, il cui onorario, fino ad oggi, è a spese della collettività, in seguito a specifica delibera della giunta comunale».

«Strane coincidenze di capi d’imputazione, di metri quadrati e di avvocati difensori – commenta ancora il Codacons Vallo di Diano – Infatti, ricordiamo che, dopo il sequestro di una vasta area della zona PIP e del boschetto paleo-palustre – sito di pregio ambientale della vallata – in località Capuccini nel comune di Sassano, si sta adesso svolgendo il processo a carico di un ex-senatore della Repubblica Italiana, legale rappresentante della soc. Coop. Betulla, che annovera membri di importanti istituzioni locali come soci, sempre per occupazione di suolo pubblico, poiché “dopo aver acquistato, dal Comune di Sassano circa 2845 mq. di terreno sito in località Fornace – via Macchia Mezzana (lotto nr. 09 – zona PIP), realizzava un piazzale in materiale misto calcareo avente una superficie di circa 3750 mq., così arbitrariamente occupando circa 941 mq. di terreno del Comune di Sassano”. L’ex senatore, anch’egli difeso dall’avvocato Vincenzo Vita, era assente all’udienza del 21-09-2012 La prossima udienza per quest’altra triste vicenda si terrà il 12 febbraio 2013».

«Notiamo con tristezza e profonda amarezza – conclude Roberto De Luca – un comportamento non proprio consono delle istituzioni e di R.F.I., parte offesa nel procedimento, nei confronti del demanio pubblico. Coloro i quali dovrebbero essere i custodi dell’integrità del territorio, infatti, sembrano non tenere in debito conto questo nobile ruolo a loro affidato. Guardando in retrospettiva, quindi, forse si può comprendere perché questa vallata abbia dovuto patire, negli anni, una sorta di involuzione culturale, economica e sociale, subita da cittadini ignari e tollerata – fino al collasso attuale – da tanti. Ci si augura, a questo punto, che R.F.I. si costituisca parte civile nel procedimento penale».

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