Cilento fuori dalla Campania, ex presidente Parco: «Separatismo impossibile per legge»

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Cilento fuori dalla Campania, ex presidente Parco: «Separatismo impossibile per legge»

Tuona l’ex presidente del Parco nazionale del Cilento Giuseppe Tarallo. Sulla pagina Facebook del giornale del Cilento commenta la decisione di istituire un movimento per separare il Cilento dalla Regione Campania. L’idea è nata proprio sul social network da un gruppo di cittadini di Agropoli dopo la chiusura dell’ospedale civile. «Ma non è possibile separare un territorio senza almeno un milione di consensi», è questo il nocciolo principale della questione sollevata dall’ex presidente di Montecorice. Il gruppo ‘Movimento separatista Cilento libero’, conta in pochi giorni circa 500 consensi. Sulla pagina i componenti hanno già avanzato l’idea di una raccolta firme per un referendum che tirerebbe fuori il Cilento da una «Regione troppo napolicentrista». Ecco il commento di Giuseppe Tarallo, lo pubblichiamo di seguito in maniera integrale:

«Il ‘separatismo’ è impossibile in questo caso perchè la legge (la Costituzione prescrive per il referendum un milione di abitanti e l’assenso della Regione madre) tradisce l’impotenza di cambiare e solo la rabbia di sfogare. Da anni siamo sotto una cappa politica che ci ha relegato in questo ruolo marginale e clientelare. Mi chiedo: può separarsi (ammesso che sia possibile) e autogovernarsi un territorio che finora ha espresso una classe dirigente incline alla subordinazione politica e al clientelismo ora di destra, ora di sinistra o di entrambi? Esiste già una classe dirigente capace di affrancarsi e garantire un governo all’insegna della dignità e dell’autonomia e originalità del nostro territorio? Quando il nostro territorio ha espresso voglia e capacità di autonomia e una dignità di rappresentazione e auto rappresentazione? Chi lo ha fatto e quando c’è stata è stata minoritaria ed emarginata. Siamo capaci di elaborare e studiare soluzioni adeguate? Sarebbe utile ed opportuno misurarsi e confrontarsi su questa voglia di autonomia e soprattutto di essere rispettati come territorio e comunità».

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