Ciro Miniero. Il vescovo in visita all’ospedale San Luca: “Non è possibile che il valore dell’uomo venga sempre di più ridotto a una merce”

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Ciro Miniero. Il vescovo in visita all’ospedale San Luca: “Non è possibile che il valore dell’uomo venga sempre di più ridotto a una merce”

“Oggi le difficoltà non mancano, ma credo che la sanità sia stata colpita in maniera troppo pesante.

È il punto debole della nostra civiltà. Possiamo fare tutti molto, ciascuno per la sua parte. Non è possibile che il valore dell’uomo venga sempre di più ridotto a una merce”.

È un richiamo alla responsabilità di ciascuno quello che fa monsignor Ciro Miniero, nuovo vescovo della diocesi di Vallo, nella sua visita all’ospedale San Luca.

Ha voluto infatti che questo fosse il primo atto ufficiale del suo ingresso nella diocesi cilentana, un gesto di attenzione e di affetto verso il mondo dei sofferenti che ha già lasciato il segno.

Al suo arrivo davanti al presidio, il vescovo è stato salutato dagli applausi del personale sanitario e da una piccola folla di fedeli.

Accompagnato dal vicario diocesano monsignor Guglielmo Manna e dal segretario don Walter Santomauro, è stato accolto dai rappresentanti istituzionali.

C’erano il direttore sanitario del presidio Pantaleo Palladino, il direttore del distretto sanitario Rosario Nicoletti, il presidente dell’Ordine dei medici di Salerno Bruno Ravera, il sindaco di Vallo Antonio Aloia, il cappellano dell’ospedale don Claudio Zanini.

Nell’aula magna dell’ospedale si è svolto lo scambio ufficiale di saluti, che è entrato subito nel vivo della questione sanità.

“Il desiderio di visitare l’ospedale come primo atto rappresenta per noi un segno di speranza perché ci troviamo in un momento di forte difficoltà – ha rimarcato il direttore sanitario Pantaleo Palladino.

La carenza di risorse ci rende deboli e bisognosi di aiuto per operare.

Nonostante l’umanità e la professionalità del personale, il rapporto tra medico e paziente oggi non è più normale.

Sono certo che lei ci guiderà e ci aiuterà in questo lavoro che è sempre di più una missione”.

La risposta del Pastore non si è fatta attendere.

“Entrare in questo luogo di sofferenza vuole essere proprio un segno di speranza, perché dove c’è la sofferenza c’è anche la ricerca di aiuto, che non è solo materiale ma innanzitutto di vicinanza – ha sottolineato il vescovo Miniero.

Oggi le difficoltà non mancano, ma credo che la sanità sia stata colpita in maniera troppo pesante.

È il punto debole della nostra civiltà.

Ma possiamo fare tutti molto, ciascuno per la sua parte.

Non è possibile che il valore dell’uomo venga sempre di più ridotto a una merce.

Voi lavorate per gli ammalati e lo fate con passione”.

Il vescovo ha aggiunto, però, anche una precisa richiesta di impegno.

“Sentitemi di casa. Ma chiedo a voi di sostenere l’opera della comunità ecclesiale.

Ovunque c’è un volontario, sia aiutato da tutta la comunità”.

Infine, c’è stato il saluto dei volontari dell’Avo, pronunciato dalla presidente Silvana Speranza: “Eccellenza, siate il nostro compagno di viaggio.

Abbiamo bisogno delle parole di Dio che ci diano forza e coraggio per andare avanti”.

Quindi, il vescovo Miniero ha fatto visita agli ammalati ricoverati in diversi reparti, accompagnato dai primari.

Per cinque piani salendo rigorosamente a piedi, ha incontrato i degenti e le loro famiglie con la semplicità di chi condivide la gioia e il dolore.

Per tutti ha avuto un sorriso e una parola gentile, si è informato della loro salute e ha augurato una pronta guarigione.

C’è stato chi gli ha chiesto una benedizione, chi lo ha ringraziato e gli ha fatto gli auguri, perfino chi lo ha invitato alla festa patronale del suo paesino domandandogli se lo conoscesse.

“Sono appena arrivato – ha risposto il vescovo – ma presto visiterò tutti i paesi di questa diocesi”.

La giornata prosegue alle ore 16,15 nella Cattedrale di San Pantaleone con l’incontro del vescovo con i sacerdoti della diocesi, alle 17,00 in piazza Vittorio Emanuele con i saluti della autorità e la solenne concelebrazione alla presenza del cardinale di Napoli e presidente della Conferenza episcopale campana, Crescenzio Sepe.

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