Il Cilento si spopola, i sacchesi al Giornale del Cilento: «Non c’è interesse ed amore verso il proprio paese»; i commenti su Facebook

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Il Cilento si spopola, i sacchesi al Giornale del Cilento: «Non c’è interesse ed amore verso il proprio paese»; i commenti su Facebook

Trema il Cilento e tremano i cilentani dopo l’allarme lanciato dal presidente di FareAmbiente Vincenzo Pepe in merito al progressivo spopolamento del comprensorio.

Numerosi i commenti apparsi sul social network Facebook di gente comune ed addetti ai lavori preoccupati, adirati ma anche critici dai dati emenati.

Ovviamente Sacco, il piccolo borgo dell’alto Cilento è in fermento, ci si interroga sul perchè, si propongono soluzioni, si prospettano alternative ma i più si rassegnano all’inevitabile: «Tra un decennio Sacco probabilmente già non esisterà più – gridano alcuni – è l’inevitabile fine della mancanza di interesse allo svuluppo».

Una sacchese, in particolare, intervistata dal Giornale del Cilento dichiara: «Perchè Sacco muore? perchè non c’è interesse ed amore verso il proprio paese, il primo obiettivo sarebbe far ritornare quei sacchesi che costretti dalla mancanza di lavoro emigrarono all’estero, in particolare negli Stati Uniti, oppure nelle verie città italiane quali Milano, Bologna, Vicenza».

«Queste città sono piene di nostri concittadini che amano Sacco ma per mancanza di risorse sono costretti a rimanere lì. Eppure – continua la donna – le risorse ci sono, solo mettendo mano alla Sorgente del Sammaro si potrebbe creare un grande attrattore turistico, tutto è in mano agli Enti preposti, basta che lo vogliano».
 
Ma non solo Sacco, il sindaco di uno dei Comuni più piccoli dell’area Parco del Cilento, Valle dell’Angelo si esprime nel merito: «Nel 2001 la popolazione residente nel mio Comune – dichiara Angiolino Cammarata – era di 406 abitanti; dieci anni dopo sono 314: quindi 92 persone in meno pari al 23 %».

Ma quali sono le cause di questo impoverimento demografico?

«Il campanilismo esasperato – risponde il primo cittadino – che ha fatto concentrare le risorse non su progetti di grossa rilevanza ed impatto, capaci di ridurre la marginalità. Purtroppo, sopravvive ancora la logica degli interventi isolati, decontestualizzati ed episodici.

A ciò va aggiunto l’inconveniente dell’eccessiva frantumazione della comunità locale e della debolissima propensione a mettersi insieme e fare sistema. Per non parlare poi dei collegamenti stradali: strade interrotte, piene di buche, chilometri e chilometri di curve che scoraggiano chiunque voglia visitare le nostre zone».

Secondo Cammarota per invertire la rotta è necessaria: «…Una guida politica lungimirante e mirata, una riorganizzazione amministrativa, l’accorpamento, o meglio la fusione, di tanti, troppi piccoli Comuni. Insomma un serio investimento sul Cilento, non più terra di conquista o riserva di indiani ma centro di attrazione turistico – culturale per l’intera Campania».

Il popolo di Facebook si esprime

Alfonso Filizzola: «Oddio…non ce ne eravamo proprio accorti…! Magari si potrebbe fare una ulteriore ricerca e verificare non quanti sono i residenti iscritti ma quanti sono i residenti effettivi….».

Giuseppe Fiorentino: «Come giustamente riporta l’articolo sono le aree più abbandonate e forse più “protette” a soffrire del calo demografico. Frutto della politica della salvaguardia del Cilento. In queste aree continuano ad abitare chi ha ancora terreni da coltivare, in alternativa “la mancanza di infrastrutture” fa si che crescano le popolazioni vicine ai centri industriali o turistici più vicini, in questo modo si ha un ottimo bilanciamento tra lavoro e qualità di vita.
E un peccato perché proprio i borghi che soffrono di questo fuggi fuggi sono bellissimi e superiori per qualità di vita. Purtroppo questo è un fenomeno che dovrebbe interessare i giovani e indurli a prendere in mano i terreni per ricreare uno stile di vita che la tecnologia spinge ad abbandonare».

Francesco D’Alessandro: «Analisti del territorio da strapazzo in azione …. non fanno altro che parlare a vanvera! Che c’azzecca il fenomeno dello spopolamento (piaga secolare di questa terra) con i vincoli e la tutela del territorio? La connessione dove sta? Dimostrano di non conoscere affatto questo comprensorio e nei fatti nascondono i propri errori ed i veri problemi!».

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