Trivellazioni nel Vallo di Diano, geologo Ortolani: «Il ministero non si preoccupa minimamente di cosa ci sia in superficie»
| di Marianna Vallone«Non ci deve essere incompatibilità tra permessi per attività petrolifere e attività, risorse e patrimoni ambientali di superficie». Franco Ortolani si unisce al coro dei «no» sulle trivellazioni nel Vallo di Diano, e non solo.
Per il geologo e docente alla Federico II di Napoli, «il Ministero competente fa l’assegnazione su criteri geometrici, dopo avere fatto una divisone di lotti in un territorio anonimo. Senza tenere conto di che cosa ci sia nel territorio. Escluse le città. Non si è minimamente posto il problema di che cosa ci sia in superficie. E nemmeno nel sottosuolo, come ad esempio le faglie attive sismogenetiche che interessano tutto il volume di roccia che dal basamento arriva fino alla superficie del suolo. E nemmeno se ci sono rocce serbatoio di acque sotterranee di importanza strategica, come ad esempio tra l’alta val d’Agri ed il vallo d Dano dove ci sono sorgenti che erogano mediamente 8000 litri al secondo di acqua potabile. O in certi permessi dell’Irpinia dove ci sono sorgenti che erogano complessivamente circa 16.000 litri al secondo di acqua potabile».
«Non si preoccupa – rimarca il professore – nemmeno della presenza di grandi bacini artificiali di importanza strategica per l’uso potabile e irriguo specie nell’attuale periodo di cambiamento climatico. Come ad esempio tra la val d’Agri (bacino del Pertusillo circa 160 milioni metri cubi) e il fiume Calore (Vallo di Diano) Sele (circa 250 milioni di metri cubi di acqua usata per l’irrigazione d tutta la piana del Sele. E potrei continuare ancora. E nemmeno il Ministero ha guardato alle attività costiere per quanto riguarda i permessi in mare, e nemmeno a monumenti naturali che arricchiscono le coste. E’ evidente – conclude Ortolani – che bisogna modificare le leggi che regolamentano le attività di ricerca e produzione di idrocarburi per fornire adeguate garanzia di sicurezza ai cittadini e alle risorse naturali e ambientali di importanza strategica per chi vive oggi e vivrà domani sulla superficie del suolo e lungo le coste. Si deve garantire la tutela e l’uso delle risorse superficiali senza creare conflitti; le attività petrolifere vanno eseguite laddove vi siano tutte le garanzie di sicurezza e tutela per i cittadini e le risorse naturali e ambientali».
©
©Riproduzione riservata