Aumento delle tasse, sciopero fiscale dei lidi: «Non paghiamo». Molti rischiano la chiusura

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Aumento delle tasse, sciopero fiscale dei lidi: «Non paghiamo». Molti rischiano la chiusura

La Regione Campania ha alzato l’addizionale e raddoppiato il canone demaniale in 39 comuni su 61. Nel calderone sono finiti anche diverse strutture del Cilento e la stangata per molti lidi sarà talmente pesante da farli chiudere. Un colpo che è stato fortemente avvertito e si ripercuoterà sul turismo del comprensorio. Ma i sindacati e i vertici del settore hanno organizzato in poco tempo un summit che si è tenuto venerdì pomeriggio alle ore 12 nella sede della Confcommercio di Napoli in piazza Carità. Intorno al tavolo si sono seduti Riccardo Borgo, presidente nazionale dei Sib, e il suo omologo regionale Marcello Giocondo insieme al presidente della Confcommercio regionale Maurizio Maddaloni, a quello provinciale Pietro Russo e della Fipe partenopea Salvatore Trinchillo. Il sindacato italiano balneari accusa la Regione Campania «di aver arrecato un grave ed immotivato danno all’economia del turismo balneare, durante la peggiore crisi economica degli ultimi anni».

La conclusione è arrivata dopo un paio di ore di colloquio: uno sciopero fiscale per protestare contro la Regione. «La Regione non ha rispettato gli impegni presi con i balneari – ha dichiarato il presidente regionale Giocondo al giornalista de ‘La Città’ Vincenzo Rubano – al contrario ha aumentato del 100% l’addizionale. Pertanto è necessaria una forte azione del Sib. Per il momento non pagheremo l’addizionale regionale almeno fino a quando la Regione non ultimerà il piano di utilizzo della costa, il famoso Puad, atteso da oltre 40 anni, nel quale si dovranno fissare le regole per un omogeneo e corretto utilizzo della costa e nel quale si dovranno stabilire le varie categorie degli stabilimenti balneari e i loro canoni con le relative addizionali regionali». «Ritorno a Napoli per rimarcare ancora una volta – ha dichiarato il presidente nazionale Borgo sempre a ‘La Città’ – la gravissima situazione nella quale versano le imprese balneari della Campania. Oggi in un quadro generale di totale precarietà e incertezza si abbattono, come una vera e propria mannaia, i provvedimenti e le carenze della Regione Campania che da una parte, unica in Italia, fissa i canoni demaniali e l’addizionale più alta del Paese, dall’altra non è in grado di predisporre uno strumento di programmazione come il Puad».

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