Sangue nei boschi di Torre Orsaia, cacciatore ucciso a fucilate dagli amici e cercatore di funghi ferito

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Sangue nei boschi di Torre Orsaia, cacciatore ucciso a fucilate dagli amici e cercatore di funghi ferito

Due episodi a distanza di poche ore lasciano il comune di Torre Orsaia con il fiato sospeso. Un cacciatore è morto, mentre un cercatore di funghi è rimasto ferito. In entrambi i casi, secondo gli inquirenti, si tratterebbe di «colpi partiti accidentalmente da fucili da caccia». La causa pare essere la stessa: chi ha premuto il grilletto era in cerca di cinghiali. Il primo episodio si è verificato intorno alle 14.30, mentre il secondo un’ora più tardi. La comunità dell’entreterra cilentano è sotto shock.

In cerca di funghi Pochi minuti dopo le 15.30 di giovedì sono stati allertati i soccorsi perchè in località Cuccari, vicino la stazione ferroviaria, un giovane di 30 anni è stato colpito ad una gamba da una doppietta. Si tratta di Antonio Speranza, 30enne di Torre Orsaia, che era alla ricerca di funghi quando è stato raggiunto dai proiettili. I sanitari del 118 sono giunti sul posto e hanno trovato Speranza sanguinante accasciato dietro un cespuglio. Il giovane è stato trasferito all’ospedale dell’Immacolata di Sapri dove i sanitari gli hanno riscontrato delle gravi ferite alla gamba sinistra. Il cilentano è ricoverato al reparto di ortopedia e la sua prognosi è di trenta giorni. Secondo i primi accertamenti effettuati dai carabinieri della locale stazione agli ordini del maresciallo Domenico Nucera, Antonio Speranza è stato colpito da uno dei cacciatori che si trovavano sul posto per una battuta di caccia al cinghiale. Più precisamente il proiettile, che sempre secondo chi indaga è partito da molto lontano, è stato esploso dal fucile di un uomo originario di Giffoni Sei Casali. La causa, come sostengono gli investigatori, è il movimento del cespuglio dove il malcapitato aveva intravisto dei funghi. Il cacciatore, pensando fosse un animale, lo ha colpito fortunatamente solo alla gamba. Subito però si è accorto del tragico errore e ha avvisato i soccorsi.

A caccia con gli amici Mentre i carabinieri della compagnia di Sapri, agli ordini del capitano Emanuele Tamorri, erano in località Cuccari insieme ai militari della stazione locale, è arrivata un’altra segnalazione, questa volta più tragica. In una zona non facile da raggiungere in località Casalino le forze dell’ordine hanno trovato il corpo senza vita di Jose Antonio D’Adamo. Il malcapitato stava partecipando ad una battuta di caccia al cinghiale nei pressi del fiume Bussento insieme ad altri nove amici cacciatori quando è stato improvvisamente raggiunto da una pallottola. Per lui, purtroppo, non c’è stato nulla da fare. Dopo ore di interrogatori e accertamenti balistici, i carabinieri hanno ricostruito l’accaduto. Secondo chi indaga, appunto, il 46enne faceva parte di una compagnia di almeno dieci cacciatori che avevano scelto quella zona per cercare le prede. E’ stato proprio uno dei suoi compagni a far esplodere il colpo fatale che ha ucciso Jose. A confermare la tesi degli inquirenti c’è l’esame esterno sul corpo della vittima effettuato dal medico legale Adamo Maiese. Il medico, nominato dalla procura della Repubblica del tribunale di Vallo della Lucania che indaga sul caso, ha subito confermato che «il colpo è partito da lontano e chi ha premuto il grilletto si trovava in una posizione più alta rispetto a quella del malcapitato». Per recuperare il cadavere si è reso necessario l’intervento di un mezzo meccanico. La salma ora è custodita nella sala mortuaria dell’ospedale ‘San Luca’ di Vallo. Nella giornata di venerdì, il medico legale Maiese effettuerà una tac tridimensionale per ricostruire alla perfezione la dinamica dell’incidente. Intanto sul caso indagano i carabinieri di Sapri, quelli di Torre Orsaia e il sostituto procuratore Alfredo Greco che coordina le indagini.

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