Raid vandalico a Porto Infreschi, lettera al sindaco di Camerota: «Restituiscici al più presto la nostra perla»

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Raid vandalico a Porto Infreschi, lettera al sindaco di Camerota: «Restituiscici al più presto la nostra perla»

Il disastro di Porto Infreschi ha fatto immediatamente il giro del Cilento e non solo. Lo sdegno provato dalle persone che hanno fatto visita anche solo per una volta a quel «piccolo paradiso terrestre incastonato fra rocce e natura» è tanto. I cittadini di Marina di Camerota sono su tutte le furie. I pescatori con rabbia hanno commentato ai microfoni del giornale del Cilento: «Vogliamo sapere chi è stato». Gli uomini della capitaneria di porto sono a lavoro agli ordini del capitano Amleto Tarani. In questi giorni verranno ascoltati i proprietari dei terreni e degli alloggi ubicati appena sopra il porto naturale degli Infreschi «sperando – dice Tarani – che abbiano visto qualcosa o qualcuno».

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In redazione è giunta la lettera di Simona Ridolfi, amministratrice della pagina Facebook “Chi sporca il nostro Parco?” e da sempre sensibile alle tematiche ambientali del Cilento. La lettera è rivolta soprattutto al primo cittadino di Camerota Antonio Romano e al suo buon senso affinchè faccia qualcosa per ripristinare presto la situazione. Intanto Romano, nella giornata di venerdì, ha indotto una riunione straordinaria proprio per cercare di risolvere in breve tempo il disastro compiuto da ignoti a Porto Infreschi e per organizzare diverse giornate ecologiche distribuite su tutta la costa di Camerota.

La lettera di Simona Ridolfi:

Alla notizia dello scempio commesso ai danni della meravigliosa Baia degli Infreschi mi sono sentita come immagino si siano sentiti i napoletani quando hanno scoperto che la Città della Scienza stava andando in fumo. La stessa rabbia e lo stesso senzo di impotenza, perché non sai chi è stato, perché vorresti averlo difronte e chiedere perché? A quale scopo? Contro di chi? Proprio Baia Infreschi, uno dei posti di questo Cilento che mi rendeva più orgogliosa quando potevo accompagnarci i miei “amici del nord” che dopo essere arrivati, percorrendo il meraviglioso sentiero nella macchia mediterranea, esclamavano sorpresi «ma questo è il paradiso!?!».

Infatti è il paradiso e prorpio per questo motivo qualche anno fa si è deciso di difenderlo rendendolo area marina protetta. Ma da sempre mi sono chiesta, è mai possibile che in un’area protetta e di tale bellezza si dia concessione per l’apertura di un Bar- Ristorante come quello presente ad Infreschi? Per quanto sia realizzato con materiali paesaggisticamente compatibili, ne deriva un afflusso di turisti eccessivo rispetto all’ampiezza della stessa baia; questi, per la gran parte, raggiungono la spiaggetta a bordo di barche a motore provenienti dal porto di Marina di Camerota, nessuna delle quali (posso testimoniare) rispetta il divieto di spengere i motori alla distanza stabilita dalle leggi vigenti. Se a questo aggiungiamo la gran quantità di spazzatura prodotta giornalmente dai bagnanti  che spesso finisce a mare o nella macchia di mirto e lentisco alle spalle della spiaggia, viene da chiedersi, ma di quale “area marina protetta” stiamo parlando?

Certo, il nostro territorio vive di turismo, ma ci sono dei limiti. Per Baia Infreschi, perla cilentana incastonata all’interno di un Parco Nazionale, il limite non deve essere più valicabile: mai più strutture estranee all’ambiente naturale, mai più barchè a motore stracolme di bagnanti, spesso incapaci di rispettare il luogo in cui si trovano. E al sindaco di Camerota chiedo a gran voce: «Restituiscici al più presto la nostra perla».

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