Allevamento di pesci a Camerota, parte la petizione contro l’installazione delle gabbie

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Allevamento di pesci a Camerota, parte la petizione contro l’installazione delle gabbie

Una raccolta firme per dire no all’installazione di 16 gabbie a largo di Marina di Camerota sarà recapitata nel più breve tempo possibile al presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, al ministro all’Ambiente, Gian Luca Galletti, al presidente del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Tommaso Pellegrino, al sindaco del Comune di Camerota, Antonio Romano, al consiglio comunale di Camerota, al prefetto di Salerno e a Legamebiente. La petizione popolare tenta di fermare «lo scempio che l’amministrazione ha voluto firmando le carte per la realizzazione dell’impianto di itticoltura». Con delibera di giunta comunale numero 180 del 28 novembre di quest’anno, il Comune ha formalizzato la «presa d’atto» di una richiesta di concessione demaniale marittima finalizzata all’installazione di 16 gabbie galleggianti off shore inoltrata da una società di diritto privato a responsabilità limitata. Da quel che è dato leggere dalla documentazione messa a disposizione presso l’Ente locale si è potuto apprendere che il progetto prevede 2 moduli da 8 gabbie ciascuno, «al fine di iniziare la produzione ittica ed incrementare la produttività» dell’azienda richiedente. Come è noto, la progettazione delle strutture inizia con l’individuazione del sito, la cui corretta scelta risulta di fondamentale importanza, poiché in tempi recenti la concentrazione degli allevamenti in comprensori altamente specializzati ha comportato gravi problemi ambientali. Ciò ha «spinto» le attività sempre più in mare aperto. Nel caso che ci occupa le gabbie sono previste ad un solo chilometro dalla costa.

I cittadini che andranno a sottoscrivere la petizione chiederanno «di intervenire prima che sia troppo tarsi, per porre rimedio all’eventuale azione illegittima perpetrata e per salvaguardare un tratto di mare tra i più belli della costiera cilentana e non solo. Senza alcun progetto tecnico, senza alcuna motivazione scientifica, senza alcuna ragione logica si rischia di piegare il nostro amato territorio ai biechi interessi di natura economica ed alle piccole logiche imprenditoriali di chi pensa solo al profitto e poco o nulla al futuro di Marina di Camerota». «A tutto questo noi diciamo no – si legge nella petizione -. No alla installazione di 16 nuove gabbie per l’acquacoltura che – senza una progettazione organica ed integrata – rischiano di compromettere per sempre l’ecosistema marino e la genuinità del nostro amato mare».

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