Metanizzazione Cilento, a rischio i fondi: anche sindaco Alfieri scrive a Letta

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Metanizzazione Cilento, a rischio i fondi: anche sindaco Alfieri scrive a Letta

Come Italo Voza, anche il sindaco di Agropoli Franco Alfieri ha sottoscritto un documento inviato, tra gli altri, al presidente del Consiglio Enrico Letta, in merito al completamento della metanizzazione del Cilento. Nello specifico si chiede che «venga garantita, a decorrere dal 2014, la reale e concreta finanziabilità dell’intervento infrastrutturale».

La preoccupazione nasce dalla modifica, da parte della Camera dei Deputati, dell’emendamento relativo ai finanziamenti per la metanizzazione nell’area cilentana attraverso il caricamento degli oneri sui fondi FAS. Fondi, però, che per la Comunità Europea non possono essere utilizzati e bloccati.

«E’ noto a tutti  – si legge nella lettera – che l’utilizzo dei fondi FAS è bloccato per le condizioni poste dal Patto di stabilità richiesto dall’Europa e che l’utilizzo degli stessi non rientra nelle previsioni fatte dall’Unione Europea per il completamento della metanizzazione. Tale stesura risulterebbe pertanto un mero espediente per tacitare le coscienze senza nessun risultato concreto con grave danno per quanto sino ad ora fatto dai sindaci e da quanti cittadini, operatori, imprese, maestranze hanno creduto nell’impegno del Governo per colmare questa grave carenza infrastrutturale.

Ecco il testo della lettera:

 

«Premesso che in data 5/10/2011 e 21/2/2013 i sottoscritti sindaci hanno proposto istanza al Presidente del Consiglio per completare la rete di distribuzione nell’area del Cilento;

Che in data 25/9/2013 si è tenuta presso il Ministero dello Sviluppo Economico alla presenza della

Senatrice Simona Vicari e Onorevole Claudio De Vincenti una riunione con oltre 70 sindaci dell’area del Cilento e i rappresentanti di Ance e Confindustria, per affrontare e dare concreta soluzione al problema della metanizzazione di quei territori;

Che non è possibile accettare ulteriormente la discriminazione per i servizi a danno delle popolazioni del Cilento;

Che inoltre le società concessionarie individuate a mezzo di procedura di evidenza pubblica, hanno dato corso sulla base delle intese raggiunte nell’incontro a intraprendere la realizzazione delle opere impiegando allo stato centinaia di unità lavorative;

Che il non finanziamento determinerebbe il fermo delle attività e il licenziamento delle maestranze attualmente impiegate oltre a impedire una nuova occupazione per oltre 500 nuove unità;

Che allo stato la realizzazione della rete di distribuzione viene vista da tutti i sindaci quale prioritaria azione per risollevare e dare risposte concrete alla già tanto critica situazione occupazionale dell’area;

 

tutto ciò premesso

 

i sottoscritti Sindaci fanno rilevare che l’onere del completamento della rete di distribuzione del gas nei territori del Mezzogiorno, contrariamente a quanto previsto nella stesura del Decreto varato al Senato, che veniva ripartito per un importo di Euro 10 milioni/anno a carico dell’Autorità per Energia Elettrica ed il Gas nell’ambito della regolazione tariffaria dei servizi gestititi dalla stessa e per la restante parte (per un massimo di Euro 10 milioni/anno) per il periodo d’imposta di 2014-2020 su parte dell’aliquota di cui all’art. 45 della L. 99 del 2009, nell’esame operato dalla Commissione Bilancio della Camera veniva a essere portata a carico dei fondi FAS.

E’ noto a tutti che l’utilizzo dei fondi FAS è bloccato per le condizioni poste dal Patto di stabilità richiesto dall’Europa e che l’utilizzo degli stessi non rientra nelle previsioni fatte dall’Unione Europea per il completamento della metanizzazione.

Tale stesura risulterebbe pertanto un mero espediente per tacitare le coscienze senza nessun risultato concreto con grave danno per quanto sino ad ora fatto dai sindaci e da quanti cittadini, operatori, imprese, maestranze hanno creduto nell’impegno del Governo per colmare questa grave carenza infrastrutturale.

Si chiede pertanto che venga garantita, a decorrere dal 2014, la reale e concreta finanziabilità dell’intervento infrastrutturale».

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