Spuntano i coltelli al Re-Wine di Pellare e infiamma la polemica: accuse tra fronti opposti

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Spuntano i coltelli al Re-Wine di Pellare e infiamma la polemica: accuse tra fronti opposti

Si ricorderanno i coltelli, la sbornia e un giovane ferito, per l’edizione 2013 di Re-wine di Pellare. Mentre diventano quasi un motivo di sottofondo le intenzioni degli organizzatori, la valorizzazione del territorio e delle sue tipicità, in quello che è uno degli appuntamenti più attesi del Cilento.
E’ il giorno dopo la chiusura dei battenti, con l’ultima serata ridotta nella programmazione, negli entusiasmi e nella partecipazione. Mentre sui social network infiamma la polemica tra chi denuncia e chi giustifica i comportamenti vandalici, i tafferugli e i momenti di violenza, a conclusione della festa del primo giorno.
Per rinfrescare la memoria, secondo quanto raccontato da testimoni, alla festa di Pellare, il borgo prossimo a Vallo della Lucania, hanno conquistato la scena i gomiti alzati, il caos alcolico e gli atti di minacce e violenza di alcuni giovani che si sono scatenati a tarda sera, impegnando significativamente il presidio sanitario organizzato per l’appuntamento.
Ma tra chi commenta c’è chi interpreta gli episodi come una sana ribellione contro la classe dirigente locale, «sempre la stessa» che avrebbe favorito sempre i soliti noti. Insomma una polemica che non profuma di novità e che particolarmente nei piccoli centri si trasforma in una antica antipatia tra presunti «privilegiati» e presunte «vittime» di un sistema, tra le righe, giudicato clientelare, che non potrebbe non sfociare in forme di ribellione che hanno la misura dei fatti di Pellare.
Dall’altro lato un fronte altrettanto ideologico, non molto distante o distinto dal primo, che individua i responsabili nei «soliti noti», un presunto sparuto gruppuscolo di guastafeste, brontolone e nullafacente, che ad ogni occasione ne approfitterebbe per esprimere la propria inadeguatezza e brutalità. «Gente», se non gentaglia, «da tenere ai margini», secondo quanto emerge dal polverone polemico che prende corpo su Facebook. Insomma la vicenda pare assumere i contorni di un antico scontro tra benpensanti indignati da una parte e scalpitanti «briganti» dall’altra pronti a riprendersi la propria quota di protagonismo da troppo tempo negata da chi siede ai posti di comando. Mentre in mezzo non resta che l’interrogativo sull’adeguatezza di sorreggere e contenere eventi di questo tipo i cui margini di imprevedibilità sembrano più ampi di quello che si possa gestire.

Ma se il polverone, lo scontro tra opinioni opposte, le accuse al veleno, riescono ad aprire una riflessione per la programmazione della nuova edizione di Re-wine di Pellare e per le atre iniziative simili in tanti luoghi non dissimili del Cilento, se questo serve a ridefinire i contorni di un appuntamento culturale e tradizionale all’altezza delle possibilità dei rispettivi contesti, allora la memoria potrà ricordare questa edizione più come un inizio che come un tramonto.

 

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