Viabilità nel Vallo di Diano, Campanelli: «Strade provinciali nel dimenticatoio»
| di Marianna Vallone
«Strada provinciale 11, 133, 51 e 180: la lista potrebbe continuare all’infinito. Non sono numeri e lettere gettate a caso ma nomi di strade provinciali che versano nel dimenticatoio». E’ la denuncia di Daniele Campanelli, presidente dell’associazione Life Onlus sulla sicurezza stradale nel Vallo di Diano.
«Basta percorrerle per rendersene conto – spiega Campanelli – La maggior parte degli incidenti stradali avvengono per cause non dovute alla viabilità. Ci sono quei tamponamenti che avvengono per la velocità, quelli che avvengono per abuso di alcool, quelli che avvengono per distrazione. Dopo di questi una percentuale è dovuta alla viabilità. Che comunque risulta fondamentale per prevenire tutti gli incidenti stradali».
L’associazione Life denuncia l’assenza di segnaletica tra le cause principali degli incidenti stradali. «Segnaletica orizzontale quasi totalmente assente, quella verticale che ormai dopo tanti anni nemmeno si legge più o in molti casi è addirittura assente, protezioni a ponti di fiumi divelte e mai più ripristinate, burroni senza barriere di protezioni su strade molto trafficate, asfalto fatiscente, buche per le strade: e questa sarebbe la perfetta o quasi viabilità locale? A noi non sembra».
«Come Associazione – continua il presidente – abbiamo provveduto a inoltrare nell’ultimo periodo e non solo decine di segnalazioni alla provincia. Di queste sono state prese in considerazioni solo due che riguardavano il territorio di Sassano, dove son stati eseguiti i lavori. Il periodo non è dei migliori economicamente parlando ma nemmeno si può parlare di cose non vere, è come prendere in giro la gente».
«E noi siamo stufi – conclude – Il Vallo di Diano è stufo siccome questo territorio merita molto di più. Apprezziamo di cuore l’attività che sta ponendo in essere il nuovo Assessore alla Viabilità Provinciale che nonostante i periodi non siano dei migliori sta cercando in qualche modo di ascoltare le nostre ultime richieste. Non vogliamo far polemica con nessuno, ma non possiamo rimanere in silenzio di fronte ad una situazione catastrofica in alcuni casi, di fronte a situazioni pericolose per l’incolumità pubblica».
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