Venezuela, scontri in piazza tra studenti e polizia: miss Turismo uccisa. Cresce la preoccupazione tra gli emigrati cilentani

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Venezuela, scontri in piazza tra studenti e polizia: miss Turismo uccisa. Cresce la preoccupazione tra gli emigrati cilentani

Venezuela in rivolta. Cilento preoccupato. Due realtà distanti, due mondi differenti. Due popoli, però, che hanno dato uno un qualcosa all’altro. Sparsi in tutto il Parco sono tanti gli emigranti che vivono giorni di preoccupazione per ciò che sta accadendo in sud America. Scontri, sangue, lunghi cortei, manifestazioni, arresti, uccisioni e famiglie impaurite che non riescono nemmeno a procacciarsi i viveri per sopravvivere. «Il problema è che Maduro, successore di Chavez, è molto più dittatore del primo e violento», afferma una ragazza venezuelana che mercoledì pomeriggio ha preso parte alla manifestazione organizzata a Marina di Camerota. Nel borgo cilentano si sono riuniti gli emigranti che sotto il segno dell’hashtag #sosvenezuela, hanno voluto dimostrare vicinanza alla propria terra d’origine.

L’aggressione alla miss Una studentessa venezuelana di 22 anni, miss Turismo del suo Paese, mercoledì è morta dopo essere stata ferita alla testa da un proiettile durante delle manifestazioni antigovernative. Genesis Carmona, una studentessa di Scienze del Turismo in procinto di laurearsi, martedì stava manifestando a Valencia insieme ad altri giovani quando un gruppo di uomini armati, in moto, ha attaccato il corteo anti-chavista lungo la Avenida Cedeno, nel centro della città. Nove giovani, tutti tra i 16 e i 23 anni, sono rimasti feriti. Carmona è stata colpita alla testa e trasportata in ospedale da un amico con un motorino, per morire all’indomani dopo un disperato tentativo di un’operazione al cervello.

Vittime Sale quindi a cinque il bilancio dei morti delle proteste antigovernative di questi giorni: tre a Caracas, una a Carupano e la giovane Genesis. Da tre settimane uno dei leader dell’opposizione, Leopoldo Lopez, chiedeva alla gente di manifestare contro il governo socialista presieduto da Nicholas Maduro. Lopez, 42 anni, è stato arrestato martedì.

Si è consegnato Il leader del partito di opposizione venezuelano Volontà Popolare, Leopoldo Lopez,  si è consegnato mercoledì alle autorità. Lopez era ricercato dallo scorso 12 febbraio, perché accusato dal governo di essere il responsabile degli scontri durante una protesta davanti alla Procura, nei quali sono morti due manifestanti e un dirigente chavista, ai quali si è aggiunta oggi una quarta vittima a Carupano (nordest del Paese), uno studente 17enne (Josè Mendez, studiava ingegneria) che sarebbe stato travolto da un camion dell’azienda statale Petroleos de Venezuela (Pdvsa) mentre bloccava il traffico durante una manifestazione.

Dal palazzo Il governo ha sottolineato che non è stata concessa nessuna autorizzazione per i corti di Caracas. Maduro, da parte sua, ha convocato una manifestazione del sindacato dei lavoratori del petrolio, avvertendo che «i fascisti non entreranno un’altra volta» nella capitale. Quindi tensione a mille con sostenitori e oppositori del presidente venezuelano Nicolas Maduro, sei giorni dopo i violenti scontri che si erano conclusi con la morte di 3 manifestanti e il ferimento di altri 60. Ormai da un paio di settimane si susseguono in Venezuela i cortei di protesta degli studenti contro il carovita e contro l’insicurezza delle strade. Gli studenti organizzano quasi quotidianamente delle manifestazioni, definite ogni volta dei tentativi di colpo di stato da parte del governo di Caracas, che accusa gli Stati uniti di fomentare la rivolta.

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