Camerota: mare, sole e pioggia distruggono scale e passerelle per raggiungere la spiaggia del Mingardo (FOTO)

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Camerota: mare, sole e pioggia distruggono scale e passerelle per raggiungere la spiaggia del Mingardo (FOTO)

Gli agenti atmosferici hanno distrutto le opere in cemento e legno per raggiungere lo spiaggione del Mingardo a Marina di Camerota. L’arenile, tra i più grandi del Cilento, si distende dalla spiaggia del Troncone fino alla foce del fiume Mingardo. Lo si può dividere in due zone: quella di sud e quella nord. La sud si estende fino a poche centinaia di metri prima di arrivare alla discoteca ‘Il Ciclope’, da lì in poi la zona è maggiormente protetta per la flora rara che cresce sulla sabbia tra il mare e il costone.

Scale in cemento La zona sud è maggiormente esposta alle mareggiate. L’ultima, infatti, ha distrutto e danneggiato gran parte del litorale. I punti più colpiti sono quelli dove il mare ha scavato sotto il manto stradale, creando voragini pericolose per chi transita in quella zona. Ma non solo. Le onde, alte e violente, hanno arrecato danni alle scale in cemento che permettono alle persone di accedere sulla spiaggia dalla strada. Le opere vengono risistemate ogni anno e puntualmente ogni inverno il mare le butta giù. In alcuni punti le scale sono state fatte a pezzi dalla forza dell’acqua, in altri si sono create delle crepe distaccando la massicciata dalla strada.

Passerelle in legno Nella zona nord, invece, il Comune di Camerota ha interdetto le passerelle di legno che conducono sulla spiaggia. Le passerelle sono state costruite dal Parco e rientrano nel progetto ‘Life Natura 2000’ del febbraio 2009 per la gestione dei siti Sic, ad interesse comunitario. Le passerelle sono costate 150 mila euro, ma agenti atmosferici e, probabilmente, vandali, le hanno distrutte. La costruzione di questi accessi fu necessaria dopo la richiesta d’infrazione che due importanti associazioni ecologiste avanzarono all’Unione europea nel 2006 per il degrado e gli illeciti riscontrati su questo sito. La Comunità europea presa in considerazione la richiesta e l’Italia fu condannata a pagare 300 mila euro al giorno per ogni giorno che non aveva curato la zona Sic. Dal 2006 al 2009 sono tre anni e, quindi, circa mille giorni. Così il Parco realizzò le passerelle in legno rialzate in modo da non calpestare la flora di Cala del Cefalo. Con il passare del tempo molte si sono divelte e spezzate, altre addirittura scomparse e gettate tra gli alberi. Ora è pericolosissimo camminare sopra le passerelle dove ogni tanto mancano punti di appoggio e spunta qualche chiodo arrugginito. Il Comune ha così deciso di chiudere con un cartello e del nastro bianco e rosso tutte le entrate delle passerelle che conducono sul litorale.

Lavori Intanto da palazzo città fanno sapere che a breve inizieranno altri lavori, dopo quelli effettuati per risanare la voragine creata dal mare, che riguarderanno altri tratti di Cala del Cefalo danneggiati dalle onde. ll sindaco Antonio Romano ha confermato che gli interventi oltre a riguardare il tratto di strada all’altezza dello scoglio della Vela, interesseranno anche gli altri punti danneggiati dalle onde, a partire dalla zona del ristorante ‘Indian’ e per i successivi 200 metri. Resta attivo il centro operativo comunale.

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©Foto Luigi Martino. Riproduzione vietata

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