Il grido d’allarme del Wwf: «Rischio paralisi per il Parco nazionale del Cilento»

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Il grido d’allarme del Wwf: «Rischio paralisi per il Parco nazionale del Cilento»

Domani, sabato 24 maggio si celebrerà la giornata europea dei parchi, ma in Italia c’è poco da festeggiare. Le politiche nazionali sulla gestione e salvaguardia delle aree naturalistiche protette ha avuto un contraccolpo fatto di tagli e mancata nomina dei consigli direttivi. Tra tutti il caso del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, privo di consiglio direttivo dalla fine del 2013 e commissariato lo scorso 9 aprile dal ministro all’ambiente Gian Luca Galletti con la nomina del presidente uscente, Amilcare Troiano, a commissario dell’ente.

I tagli«Davvero un pessimo modo per festeggiare il 24 maggio, giornata europea dei parchi – tuona Dante Caserta, presidente del Wwf Italia – I nostri parchi nazionali sono a rischio paralisi. Da un lato sono quasi tutti privi dei propri consigli direttivi, in alcuni casi attesi da anni; dall’altro stanno subendo tagli così pesanti nei finanziamenti dello Stato da mettere realmente in pericolo la possibilità di fare interventi concreti a tutela della natura».  
«La situazione è veramente difficile – aggiunge Caserta -. per quanto riguarda le nomine il Wwf rivolge un appello al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, affinché recuperi i ritardi accumulati in passato e proceda rapidamente. Per quanto attiene invece ai tagli, l’appello è rivolto a tutto il Governo a cui si chiede di non penalizzare ancora una volta un ministero che nel 2010 aveva un bilancio di 1,2 miliardi di euro ed oggi di soli 500 milioni»
Oltre alle mancate nomine, nel 2014 sono sopraggiunti almeno tre tagli ai finanziamenti previsti dallo stato sia per le aree naturali protette a terra che per quelle a mare, spiega il Wwf. A quanto risulta al Wwf il capitolo di bilancio ‘gestione interventi parchi nazionali’ ha registrato un taglio di circa 865.000 euro, passando dagli originari 5.800.000 circa di inizio anno agli attuali 4.960.000 circa (un taglio del 15%).

 

Le aree marine protette Nulla di positivo anche per le aree marina protette, tema caldo nel Cilento grazie alle due riserve marine a Santa Maria di Castellabate e la costa degli Infreschi e della Masseta tra Camerota e San Giovanni a Piro, entrambe istituite nel 2009: «Ancora peggio il capitolo di bilancio ‘gestione interventi Aree marine protette’ che ha registrato un taglio di oltre 1.200.0000 euro, passando dagli originari poco più di 5.000.000 di inizio anno agli attuali 3.790.000 euro circa (taglio di circa il 24%)» spiega il Wwf.

I consigli direttivi Il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni non è l’unico ad essere privo del consiglio direttivo, anzi, è in buona compagnia. «Riguardo alla governance si deve aggiungere che sui 23 parchi nazionali esistenti in Italia, attualmente solo 3 (Dolomiti Bellunesi, Gran Paradiso e Sila) hanno un presidente ed un consiglio direttivo operativo. Negli altri 20 parchi è stato nominato solo il presidente, a volte dopo commissariamenti duranti anni, ma non il consiglio direttivo, determinando così una gestione anomala, peggiore persino del commissariamento degli enti. I presidenti nominati e costretti ad operare senza il consiglio direttivo saranno presto costretti ad una gestione provvisoria che nei fatti determinerà la paralisi dell’ordinaria gestione degli enti parco». 
Quindi l’allarme del Wwf: «Tale situazione, oltre a rappresentare un vero e proprio deficit di democrazia e partecipazione (nei consigli direttivi dei parchi siedono, a titolo gratuito, rappresentanti degli enti locali, dei ministeri competenti, del mondo scientifico ed ambientalista), indebolisce di molto l’azione dei parchi che non possono operare nel pieno delle loro funzioni».
Il presidente del Wwf Dante Caserta conclude: «Sappiamo bene che in questo periodo di crisi tutti gli enti, compresi i parchi, devono fare la loro parte nella riduzione delle spese, ma il settore ambientale è sempre quello più penalizzato. E come sempre si tratta di scelte. Con quanto l’Italia spenderà per un solo cacciabombardiere F35 si potrebbero assicurare finanziamenti alle aree naturali protette di questo Paese per molti anni. Di cosa ha più bisogno l’Italia? Di un ennesimo aereo da guerra o di un funzionale sistema di parchi, capace di tutelare aree naturali di enorme pregio che ogni anno attirano milioni di visitatori e turisti dall’Italia e dall’estero?».

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Twitter @BiagioCafaro 

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