Ascea, le immagini scandalo della discarica sotto la torre di Velia

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Ascea, le immagini scandalo della discarica sotto la torre di Velia

E’ giunta in redazione la denuncia di Giancarlo Vigorito, cittadino cilentano prima ancora che attivista del movimento 5 Stelle. La lettera è già stata pubblicata da questo quotidiano, ma orfana delle foto che oggi, martedì, sono arrivate finalmente in redazione. Ve le mostriamo dopo aver riproposto le parole di Giancarlo e la risposta della redazione.

«Questa mattina approfittando delle ultime giornate di sole che settembre ci regala, sono andato per funghi. Credevo proprio di trovarne, in considerazione anche delle piogge  abbondanti che ci sono state nei giorni scorsi. Di funghi neppure l’ombra, però ero contento lo stesso perché mi trovato in una splendida zona collinare e il mio sguardo spaziava compiaciuto godendosi  il  panorama del mare laggiù che  lambiva la lunga baia, fra Casal Velino ed Ascea, dominata dall’antica torre di Velia. Tutta l’aria vibrava  dei  profumi intensi del bosco ancora bagnato di rugiada. In quella zona domina incontrastata la macchia mediterranea: la ginestra, il corbezzolo, il mirto, la quercia, la rosa canina con un’infinità di cespugli spinosi e qualche raro olivo selvatico. Col mio bastone e il mio cesto camminavo non troppo dispiaciuto per l’assenza di funghi quando ad un tratto l’incanto è svanito. In un punto del bosco dove il sentiero si allarga quasi a formare una radura mi sono imbattuto. In un cumulo di rifiuti in quantità tale da riempiere un buon camion. Dominando la rabbia e dopo avere esaurito la sequela di insulti rivolti all’ignoto autore di un misfatto così efferato, mi sono recato immediatamente presso la stazione dei carabinieri di Ascea Marina dichiarando al piantone che mi ha aperto di avere intenzione a nome mio personale ed anche come attivista del movimento 5 stelle di voler sporgere una formale denuncia contro ignoti. Mi sono offerto di accompagnare i carabinieri sul posto anche per cercare, frugando fra i rifiuti qualche traccia utile per identificare l’autore dell’inqualificabile gesto. 

La località si chiama Terradura e si trova in territorio di Ascea. Ho fatto presente che deve trattarsi di qualcuno che ha un negozio che ha a che fare con la telefonia dal momento che fra i rifiuti vi erano apparecchi telefonici, play station, telefonini cellulari, dischi e dischetti vari, pezzi di computer, cavi ed una quantità indescrivibile di fili, lattine di plastica, sacche, borsoni etc.
Il carabiniere ha preso nota delle mie generalità, poi mi ha detto che non poteva al momento venire con me nel bosco per constatare la veridicità di quanto da me dichiarato perché in qual momento era solo in caserma e non poteva muoversi. Ho lasciato il mio numero di cellulare dichiarandomi disposto ad accompagnarlo in qualsiasi momento. Mi ha anche detto che in giornata avrebbe informato la forestale. Sono andato via per niente soddisfatto perché nella mia smania vorrei che iniziassero immediatamente tutte le indagini possibili per scoprire e soprattutto punire in maniera esemplare  il mascalzone che ha compiuto un gesto così ignobile. Parliamo tanto di riappropriarci del territorio di renderlo vivibile e di sottrarlo allo scempio perpetrato da gente incivile, però poi, alla resa dei conti non si fa un bel niente. Mi piacerebbe sapere quante persone sono passate per quel posto e, al di la di un generico commento sono andati via facendosi i “cazzi” propri. E’ questo che bisogna combattere: il disinteresse della gente. Qualcuno che magari ne sa più  di me  mi suggerisca che cosa altro si può fare per dare risalto alla cosa e far si che se ne parli».

La risposta della redazione

Gentile Giancarlo Vigorito, attraverso di lei proviamo a parlare ai lettori di questo quotidiano e ai tanti cilentani attenti e sensibili fiduciosi che questa opera di impegno civile possa estendersi fino a diventare un deterrente contro chi intende considerare questa terra e questo territorio come pattumiera dei propri rifiuti. Siamo anche fiduciosi che le forze dell’ordine intervengano tempestivamente per dare un nome e un cognome all’autore di questo delitto contro l’ambiente. Proprio ieri è andata in onda una trasmissione ‘Sereno Variabile’ su Rai due che ha raccontato le bellezze inimitabili del nostro Cilento. Nel raccontare noi questi spiacevoli episodi, come quelli del mare sporco, delle infiltrazioni camorristiche, dei disservizi turistici, delle amministrazioni poco lungimiranti, un giornalista cammina sulla sottile lama del dovere di informare e della consapevolezza di danneggiare l’immagine importante e vitale per il nostro Cilento. Ma tra le due condizioni che fanno pressione sulla penna di chi scrive il giornalista non ha dubbi e sceglie sempre di raccontare perché la gente sappia. Tutta la gente: chi ci vive e chi ci vorrebbe venire, perché il dovere di informare è strettamente legato al diritto di sapere e non si può rinunciare al primo se si considera vitale il secondo. Il diritto di sapere è il primo passo da compiere per fare in modo che tutti alziamo l’asticella dell’indignazione e teniamo alta la soglia d’allarme così che si abbia contezza degli effetti disastrosi che determinano simili comportamenti sull’immagine del proprio territorio che poi significa turismo, economia e possibilità di reddito e sulle sorti personali nel momento in cui si incappa nelle indagini e spuntano sanzioni esemplari.

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