Idraulico forestali: Valiante e Landolfi attaccano la politica napolicentrica di Caldoro

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Idraulico forestali: Valiante e Landolfi attaccano la politica napolicentrica di Caldoro

Fuoco incrociato contro il governatore della Campania Stefano Caldoro, il quale è accusato da più parti di essere napolicentrico.

Il consigliere regionale Antonio Valiante attacca il presidente della regione Campania Stefano Caldoro. Valiante, nel suo intervento in regione di giovedì 26 aprile, sostiene che basterebbe destinare il 10% dei fondi Fas alle comunità montane, per mantenere in vita gli enti montani. Vale a dire destinare dei 3 miliardi e 500 milioni di fondi Fas 350, 400 mila euro alle comunità montane. Valiante sottolinea come la regione preferisca dirottare questi verso altri lasciando inascoltate le richieste degli idraulico forestali.

A rincarare la dose il segretario provinciale del Pd, Nicola Landolfi: “Lo dico da quasi due anni. Per sbloccare la vicenda degli idraulico-forestali: o i 4500 lavoratori prendono la residenza in provincia di Napoli, o si bloccano i lavori del consiglio regionale fino a quando Caldoro non fa una delibera tipo quella di 20 milioni di euro all’America’s cup. Spendere tanti soldi d’immagine e non salvare il lavoro di 4500 dovrebbe far vergognare Caldoro e chi lo sostiene!!

Questa la dichiarazione con le due proposte di Nicola Landolfi per sbloccare la vicenda dei lavoratori idraulico – forestali.

“Il partito democratico della provincia di Salerno chiede ai segretari provinciali e regionali dei sindacati lo sciopero generale a Napoli perché questa è una delle vicende regionali più vergognose ed è clamoroso che il consiglio regionale non sia stato ancora bloccato! –conclude Landolfi.

Di seguito l’intervento integrale di Antonio Valiante durante la seduta del consiglio regionale della Campania del 26 aprile.

VALIANTE A. (13.26) – Grazie Presidente! Non vorrei ripetere le considerazioni di tipo sociale sin qui svolte. Mi è parso, addirittura, in qualche intervento, di cogliere proposte di tipo assistenziale.

La mia percezione è che su questa materia, invece di andare verso la soluzione, lungo il percorso si moltiplica la confusione per evitare che la soluzione arrivi.

Non me ne voglia l’Assessore, che ringrazio anche io, ma lo ringrazio per lo sforzo che ha compiuto, perché credo che lui non sia il riferimento di governo, se non per la parte che lo riguarda come componente della Giunta regionale; per la sua delega specifica, non è colui che deve risolvere il problema. Qui ci dobbiamo subito chiarire le idee su come è nato l’intervento sulla forestazione. Se non ricostruiamo la natura di questo intervento rischiamo di arrivare a sollecitare interventi a sostegno di condizioni sociali o, al massimo, occupazionali. Non è questa la materia in gioco ed io, personalmente, non ci sto a seguire questa strada, anzi, mi ribello alle  convinzioni che si stanno creando su questa materia.

Il discorso dei forestali è nato nel momento in cui, costituite le comunità montane, si andò a verificare quale era il campo di intervento di questi enti. Si immaginò, non avendo, naturalmente, le comunità montane né capacità fiscali né possibilità di recuperare risorse per vie dirette, ma essendo enti di governo del territorio, si immaginò che le comunità montane dovessero essere destinatarie di finanziamenti per attuare qualcosa che, nella legislazione del paese c’era, ma era inattuata, cioè la politica della montagna. Era ed è questa una politica essenziale nel nostro paese, come possiamo valutare dagli ultimi episodi, che dimostrano che laddove non viene attuata ha prodotto e produce danni irreparabili.

Se la montagna a  monte di Sarno fosse stata boscata adeguatamente, il disastro di Sarno non ci sarebbe stato.

Se a monte di Cetara ci fosse stato un adeguato intervento sulla montagna, la disgrazia di Cetara non ci sarebbe stata.

I morti di Pozzano sulla Costiera Sorrentina non ci sarebbero stati se ci fosse stato un adeguato intervento sulla montagna. Cioè, la conformazione territoriale della Campania, come per le vicende che hanno riguardato altre aree del paese, impongono una attenta politica della montagna, attraverso  un intervento che  tutela non solo la montagna, ma tutela anche e soprattutto la pianura. Quindi, c’è una condizione che nasce così. Poi l’analisi anche su come è stata gestita la si può fare dopo  in altra sede. Perché sulla gestione ci sono state anche, a volte, dei comportamenti non sempre condivisibili; anche sulla gestione si può intervenire, si può rimettere a posto il discorso nei termini in cui va messo a posto saldandolo a questa impostazione originaria. Dicevo all’Assessore, in quanto componente della Giunta, che noi qui dovremmo avere come interlocutori: l’Assessore alle attività produttive e l’Assessore al territorio, altro che Assessore al lavoro. Altrimenti, di questo passo, viaggeremo alla ricerca della questua costante di qualche risorsa per mantenere in piedi un discorso che è invece di investimenti essenziali.  Assessore questo è un investimento, non è spesa corrente, non lo è mai stato, ecco perché quando lei dice che si è ricorso anche a dei mutui, per queste spese, a cosa si deve ricorre se non anche a dei mutui, se necessario? Il Consiglio Regionale ha dato mandato al Presidente un mandato preciso, dovendo concorrere a programmare, nel prossimo quinquennio, 3 miliardi e 500 milioni di fondi FAS.

Si è detto, da parte del Consiglio: Caro Presidente, penso che si possa riservare un importo per questa esigenza grosso modo pari al 10%. Finanziando i 5 anni dell’attività dell’intervento forestale, staremmo su 350 – 400 milioni che sono  intorno al 10% dell’utilizzo complessivo di questi fondi FAS spettanti alla Campania.

Ma è stato già detto dal collega Pica, a me risulta che il Ministro Barca, ha dichiarato che il Governo è disponibile a prendere in considerazione questa cosa. Qualche giorno fa avrebbe anche detto che ancora non ha avuto alcuna richiesta in proposito. Il Consiglio regionale questo lo ha deciso il 31 dicembre 2011, e purtroppo,  ancora al Ministero non è pervenuta alcuna richiesta. Quindi il problema è da affrontare in questo modo. Naturalmente  parlo del 2012, dove il grande progetto immaginato non può considerare soltanto il pagamento delle giornate lavorative, altrimenti, non è un grande progetto, ma bisogna immaginare anche l’arricchimento con infrastrutture a supporto di quell’intervento di forestazione immaginato e arricchito di tutto quello che concorre a rafforzare la tipologia dell’intervento stesso. Altro che “galleggiamento”, caro Assessore se la Regione programma l’investimento sistematico in questo settore, il discorso non è di galleggiamento degli idraulici forestali, è un discorso di tutela autentica del territorio. Ma io sfido chiunque di voi a dirmi se c’è, in Campania, perché siamo in Campania, ma potremmo dirlo anche per altri territori se c’è un intervento più indispensabile di questo, a tutela del territorio. Ditemene uno solo che sia di maggiore validità e di maggiore interesse rispetto alla salvaguardia e alla tutela della montagna. Per la tutela del nostro territorio, non c’è altre.  Poi, naturalmente, questo, come dicevo, va migliorato e arricchito. Ciò, naturalmente, è un altro discorso che chi ha responsabilità, deve seguire e accompagnare. Quindi, caro Assessore, il modello da lei esposto con comitati etc., non serve,  occorre, invece, un bravo tecnico, e credo che ce ne sia anche qualcuno nella Giunta Regionale, se ha voglia di occuparsene e se gli date mandato di occuparsene, che sa che cos’è la forestazione, sa che cos’è la tutela del territorio, conosce il territorio della Campania per com’è composto e laddove questi interventi hanno necessità e urgenza, e non ci sono aree interne della Campania che non ne abbiano la necessità e l’urgenza. Quindi, come si vede, rincorriamo quella confusione a cui facevo cenno all’inizio, che rischia solo di allontanare la soluzione del problema; e non parlo del 2011 perché credo che le comunità montane, per il 2011, abbiano una sola cosa da fare, per quello che è accaduto e che sta accadendo: fare decreti ingiuntivi alla Regione per avere i soldi, non hanno un’altra via per far arrivare gli stipendi agli operai.

Per la verità lo sto dicendo da 6 mesi, perché ero convinto che arrivavamo a questo punto, quindi, praticamente, l’unica via che rimane, a mio avviso, è questa, non ce ne sono altre.

Se c’è questo atteggiamento della Regione, se il Presidente Caldoro si decide a dare attuazione al mandato avuto dal  Consiglio regionale, all’unanimità, non dato da qualcuno; glielo abbiamo dato tutti insieme questo mandato, è già in grave ritardo. Non può dire che il Governo, invece,  gli impone di comprare il termovalorizzatore di Acerra, Assessore, se è costretto a comprare Acerra, si può chiedere al Governo di dilazionare, il pagamento di Acerra e farsi anticipare, invece, i fondi per i forestali, invece di fare il contrario. Così mantiene l’impegno per comprare il termovalorizzatore  di Acerra e all’interno dei 3 miliardi e 500 milioni di fondi FAS nel quinquennio, c’è lo spazio per anticipare, annualmente, nel prossimo quinquennio, i fondi da mettere sull’intervento e l’attività  degli idraulici forestali.

Tutto questo è stato già detto, ma voglio ripeterlo rapidamente.

Assessore, nelle aree interne della Campania sono stati azzerati tutti gli interventi, altro che vivacizzazione delle aree  interne. Chiedetelo ai sindaci, non ai sindaci di centro sinistra, chiedetelo a quelli di centro destra. Oltre agli interventi drastici del Governo, la Regione li ha completamente azzerati: piani sociali di zona, sanità, interventi pubblici, comunità montane, forestali, non c’è nessun altro tipo d’intervento che interessi le aree interne della Campania.

Probabilmente questo genererà un ulteriore spopolamento. Vi consiglio, a tal proposito, di valutare questo fenomeno che cosa potrà costare alla Regione, rispetto all’intervento molto modesto di tenere, invece, i cittadini delle aree interne laddove sono; valutate che cosa significa il processo di spopolamento raccordandolo a quando questo processo di spopolamento è avvenuto in maniera massiccia qualche decennio fa e i danni che ha generato a cominciare da Napoli città a finire a tutto il resto dell’area metropolitana. Quindi, occorre una visione più organica dei problemi di questa Regione, non possiamo vivere alla giornata. Poi, nei discorsi che si fanno, noto sempre un atteggiamento remissivo per le questioni da affrontare nei confronti del Governo. Non ricordo chi lo diceva, c’è anche una sentenza della Corte Costituzionale pronunciata su ricorso della regione del 2008, che non si è mai richiamata, che fa obbligo allo Stato di intervenire sulle politiche della montagna. Però, è chiaro che se la Regione non solleva il problema lo Stato vivacchia; su questo è necessario che ci sia un intervento e una visione organica. Il Governo di questa Regione ha bisogno di avere maggiore energia nell’incontrarsi e nello scontrarsi, se necessario, con il Governo centrale. Su questo vorrei pregare le forze di maggioranza, che ora mostrano attenzione ed interesse verso questo problema, di non declamarlo solamente, la maggioranza è quella che, poi, alla fine, ha la responsabilità in positivo e in negativo delle cose che si fanno.

La maggioranza ha i meriti per le cose che fa, e i demeriti per le cose che non fa, non è che può solamente declamare una sorta di solidarietà su questo problema, ma ha il dovere di concorrere a risolvere quello che noi, in effetti, stiamo sollecitando e sollecitiamo. Gli atti che servono li deve produrre il Governo. Altrimenti chi lo sostiene ne tragga le conseguenze.

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