L’ospedale di Agropoli chiude: ecco le motivazioni

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L’ospedale di Agropoli chiude: ecco le motivazioni

L’ospedale di Agropoli chiude i battenti. Squillante batte Alfieri e mette in ginocchio la sanità dell’alto Cilento. A nulla sono servite le proteste dei cittadini, ne tantomeno l’impegno dei sindaci dei comuni limitrofi a quello di Agropoli. La struttura verrà riconvertita in Psaut «perchè – spiega il numero uno dell’Asl Salerno – l’ospedale era un spreco di soldi». Il Psaut sarà sempre attivo, ma non per inteventi complicati. Il sindaco di Agropoli ancora non si è espresso, come ancora non ha rilasciato dichiarazioni la neo deputata agropolese Sabrina Capozzolo.

Ecco i motivi per i quali il Consiglio di Stato, nella giornata di giovedì, ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Agropoli contro la chiusura del nosocomio:

REPUBBLICA ITALIANA
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Terza) ha pronunciato la presente ordinanza sul ricorso numero di registro generale 4701 del 2013, integrato da motivi aggiunti, proposto dal: Comune di Agropoli, in persona del Sindaco p.t., rappresentato e difeso dagli avv. Lorenzo Lentini e Giuseppe Abbamonte, con domicilio eletto presso Giuseppe Abbamonte in Roma, via Terenzio n.7;
 
CONTRO

Commissario ad Acta per l’Attuazione Piano Rientro Settore Sanitario e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in persona dei rispettivi rappresentanti legali p.t., rappresentati e difesi dall’Avvocatura Generale dello Stato, domiciliata in Roma, via dei Portoghesi n. 12; 
Asl Sa, in persona del rappresentante legale p.t., rappresentato e difeso dagli avv. Francesco Armenante e Gaetano Paolino, con domicilio eletto presso Leopoldo Fiorentino in Roma, piazza Cola di Rienzo, 92;
Regione Campania, in persona del Presidente p.t., rappresentato e difeso dagli avv. Massimo Lacatena e Maria D’Elia, con domicilio eletto presso l’Ufficio di Rappresentanza della Regione Campania in Roma, via Poli n. 29;
e con l’intervento di ad adiuvandum:
Comune di Castellabate, Comune di Torchiara, Comune di Prignano Cilento, Comune di Perdifumo, Comune di Cicerale e Comune Di Giungano in persona dei rispettivi Sindaci p.t., rappresentati e difesi dagli avv. Elio Cuoco e Giuseppe Abbamonte, con domicilio eletto presso Giuseppe Abbamonte in Roma, via Terenzio n.7,
Comune di Montecorice, in persona del Sindaco p.t., rappresentato e difeso dall’avv. Alberto La Gloria, con domicilio eletto presso Antonio Brancaccio in Roma, via Taranto n. 18;
Comune di Capaccio, in persona del Sindaco p.t., rappresentato e difeso dall’avv. Emilio Grimaldi, con domicilio eletto presso Oreste Carracino in Roma, via Sommacampagna n. 9;
Comune Di Laureana Cilento in persona del Sindaco p.t., rappresentato e difeso dagli avv. Andrea Abbamonte e Lorenzo Lentini, con domicilio eletto presso Giuseppe Abbamonte in Roma, via Terenzio n.7;
 
per la revoca o riforma dell’ordinanza di questa Sezione n. 2701 del 13 luglio 2013 resa nell’appello proposto avverso l’ordinanza cautelare del T.A.R. per la Campania, sede di Napoli, Sezione I, n. 882 del 2013, concernente il riassetto della rete ospedaliera e territoriale nella parte in cui è stata prevista la chiusura dell’Ospedale di Agropoli.
 
Visto l’art. 62 cod. proc. amm;
Visti il ricorso in appello, i motivi aggiunti e i relativi allegati;
Visti tutti gli atti della causa;
Visti gli atti di costituzione in giudizio;
Vista l’impugnata ordinanza cautelare del Tribunale amministrativo regionale di reiezione della domanda cautelare presentata dalla parte ricorrente in primo grado;
Vista l’ordinanza cautelare di questa Sezione n. 2701 del 13 luglio 2013;
Visto il decreto monocratico di questa Sezione n. 3582 dell’11 settembre 2013;
Viste le memorie difensive;
Relatore nella camera di consiglio del giorno 26 settembre 2013 il Cons. Dante D’Alessio e uditi per le parti l’avvocato Orazio Abbamonte, su delega degli avvocati Giuseppe Abbamonte e Alberto La Gloria, l’avvocato Lorenzo Lentini, anche per delega dell’avvocato Emilio Grimaldi, l’avv. Gaetano Paolino, l’avv. Massimo Lacatena, l’avv. Elio Cuoco e l’avvocato dello Stato Wally Ferrante;
Ritenuto che non si ravvisano i presupposti per una revoca della precedente ordinanza cautelare di questa Sezione n. 2701 del 13 luglio 2013 in quanto il riferimento, nella motivazione della stessa ordinanza, alla presenza nell’Ospedale di Agropoli di 23 primari (anziché di 23 dirigenti medici) non risulta rilevante sui contenuti della suddetta decisione cautelare che è ampiamente (e ulteriormente) motivata sulle ragioni che non hanno consentito la favorevole considerazione della domanda cautelare;
Ritenuto che le questioni sollevate (anche con motivi aggiunti), a prescindere da ogni considerazione sulla loro ammissibilità, devono essere approfondite dal T.A.R. nel merito in considerazione della rilevanza anche sociale delle questioni trattate.
Ritenuto, in particolare, che in sede di esame del merito può essere approfondita ogni questione sulla legittimità e sulla ragionevolezza delle scelte che hanno condotto alla determinazione di chiudere l’Ospedale di Agropoli nonché sulla rilevanza delle determinazioni riguardanti la mancata realizzazione del nuovo Ospedale di Valle del Sele;
Ritenuto, quanto al danno, che risultano cessate le straordinarie esigenze derivante dalla forte affluenza turistica nel periodo estivo e che l’attivazione del PSAUT garantisce comunque un servizio per le emergenze.
P.Q.M.
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Terza)
Respinge la nuova istanza proposta nell’appello in epigrafe (Ricorso numero: 4701/2013).
Dispone la compensazione integrale fra le parti delle spese della presente fase cautelare.
La presente ordinanza sarà eseguita dall’Amministrazione ed è depositata presso la segreteria della Sezione che provvederà a darne comunicazione alle parti.
Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 26 settembre 2013 con l’intervento dei magistrati:
 
Giuseppe Romeo, Presidente
Bruno Rosario Polito, Consigliere
Hadrian Simonetti, Consigliere
Dante D’Alessio, Consigliere, Estensore
Silvestro Maria Russo, Consigliere

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