Dramma Angela Bianco, don Luigi Marone: «Suo gesto di non abortire sia motivo di premio di Dio»

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Dramma Angela Bianco, don Luigi Marone: «Suo gesto di non abortire sia motivo di premio di Dio»

«La prima cosa che Angela mi ha detto è stata: “Io non voglio abortire”». Sono le parole di don Luigi Merone, parroco della chiesa di Sant’Antonio ad Omignano Scalo, appena apre la porta della sua parrocchia al Giornale del Cilento. Don Luigi conosce bene Angela Bianco, la 26enne malata di tumore al cervello che da settimane lotta per portare avanti la sua gravidanza, giunta quasi alla 20esima settimana.

«Come parrocchia – dice don Luigi –  continuiamo a pregare molto per lei, così come abbiamo fatto fino ad ora. Ho tanto apprezzato il gesto che ha fatto di non abortire pur di salvare la piccola. Un gesto ammirevole e spero che questo sia motivo di premio da parte del Signore». «La cosa ci ha colto di sorpresa – dice ancora il parroco – una giovane donna, sposa da poco e con tanti progetti. Mettiamo tutto nella volontà di dio. Ora siamo in attesa del suo ritorno, sarà un momento di ringraziamento in chiesa. E siamo davvero tanti ad attenderla. Perfino dall’estero mi chiamano per sapere di lei». «Abbiamo chiesto alle comunità religiose e ai monasteri di pregare per Angela – conclude don Luigi – perché è una cosa seria ma credo stia andando tutto bene».

Intanto, anche se nei giorni scorsi la 26enne di Casal Velino aveva categoricamente smentito la notizia di trovarsi in una clinica privata ad Atene per curarsi, fonti vicine alla famiglia avrebbero invece fatto sapere che l’intervento, al quale doveva sottoporsi, sarebbe riuscito. E a quanto si apprende, si tratterebbe di intervento ad irradiamento tramite la «cyber-knife», un macchinario che colpisce esclusivamente la massa tumorale senza intaccare le cellule sane e garantendo quindi la sopravvivenza del feto.

Prima di volare per la capitale ellenica, Angela Bianco si era rivolta a un ospedale di Bari, fornito dello stesso macchinario. Ma a quanto pare in quella struttura il cyber-knife, non è collaudato, dunque in attesa delle dovute autorizzazioni da parte dell’amministrazione regionale, che però pare non siano arrivate. Ecco perché la scelta, da parte di Angela, di andare all’estero per l’intervento.

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