A Valle dell’Angelo il panettone del Cilento: ecco la leggenda del “Pan Brigante” di Pietro Macellaro (FOTO)

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A Valle dell’Angelo il panettone del Cilento: ecco la leggenda del “Pan Brigante” di Pietro Macellaro (FOTO)

«La mia soddisfazione più grande è che mi dicono che si sente il Cilento». Inizia così il racconto di Pietro Macellaro, chef pasticcere di Valle dell’Angelo, che al Giornale del Cilento racconta la sua creatura, il “Pan Brigante”, un lievitato simile al panettone farcito con olive nere candite e frutta secca, chiamato così per rievocare il brigante Giuseppe Tardio.

«Mio nonno – spiega il maestro al giornale del Cilento – mi raccontava che in passato nei nostri territori nel periodo del brigantaggio c’era un pane povero che veniva arricchito con la frutta secca. Si trattava di farina inacidita e arricchita con tutto ciò di cui si disponeva, fichi essiccati per esempio e veniva dolcificato con il miele. Mi raccontava, e la cosa mi ha sempre entusiasmato molto, che quando i briganti venivano perseguitati si portavano dietro questo pane perché si conservava anche 20-25 giorni e veniva chiuso in un canovaccio per mantenerne la morbidezza. Riuscivano così a sopravvivere pur nascondendosi per lunghi periodi, perché questo pane era altamente energetico».

E qui, nel piccolo comune dell’alto Cilento, nasce il Pan Brigante, un lievitato con lievito madre naturale, olio extravergine d’oliva, olive nere candite, burro e latte di bufala del territorio e la farina dei vicini mulini. Insomma, una pasticceria a Km zero e con prodotti biologici.

La cosa sorprendente è che Pietro Macellaro segue alcuni dei suoi prodotti dalla piantagione alla trasformazione. «Abbiamo recuperato, nel nostro frutteto di quattro ettari, varietà autoctone dopo una ricerca che ci ha sfiniti – spiega lo chef al giornale del cilento – Le abbiamo impiantate ed oggi abbiamo 1000 piante per oltre 45 tipologie di frutti». «Il nostro Cilento – continua Macellaro – ha delle varietà ortofrutticole rinomatissime, erbe aromatiche spontanee che si potrebbero utilizzare per fare le basi naturali delle nostre produzioni. Siamo nel Parco Nazionale del Cilento e dobbiamo tirare fuori il meglio da questo vantaggio».

Pietro coccola i suoi prodotti come se fossero dei figli: «Ci siamo standardizzati sui 50-60 panettoni al giorno, avremmo potuto produrne molti di più. Ma ne facciamo pochi perché vanno seguiti e coccolati, uno per uno, per garantire la cura e la qualità di ogni Pan Brigante».

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