Attesa per la sentenza del processo Mastrogiovanni, la famiglia: «Ci auguriamo sia fatta giustizia per Franco»

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Attesa per la sentenza del processo Mastrogiovanni, la famiglia: «Ci auguriamo sia fatta giustizia per Franco»

Attesa a Vallo della Lucania per la sentenza del processo contro i diciotto medici e infermieri del reparto di psichiatria del San Luca di Vallo, accusati della morte di Francesco Mastrogiovanni, il maestro elementare di Castelnuovo Cilento deceduto il 4 agosto 2009 dopo 83 ore di trattamento sanitario obbligatorio. L’udienza è iniziata poco dopo le 9.30 con le ultime due arringhe degli avvocati della difesa. L’avvocato D’Alessandro, legale di Basso, ha detto nella sua arringa che «la patologia per la quale è stato fatto il TSO a Mastrogiovanni persisteva anche negli altri giorni del ricovero. Nonostante fosse stato sedato continuava a dimenarsi, era alle prese con un caos comportamentale. Era un dovere per i medici proteggere il paziente e i medici hanno agito per arginare il caos mentale del Mastrogiovanni».

La tensione è alta nei corridoi del tribunale di Vallo della Lucania. Presenti in aula quasi tutti gli imputati e i familiari della vittima e del comitato “Verità e giustizia per Franco”. Dopo le arringhe della difesa il giudice Elisabetta Garzo si ritirerà in camera di consiglio per la decisione, che potrebbe arrivare nel pomeriggio o in tarda serata.

Il pm, Renato Martuscelli, nella requisitoria del 2 ottobre ha chiesto la condanna ad un anno e quattro mesi al primario Di Genio ed un anno e due mesi per tutti gli altri medici con la concessione delle attenuanti per falso in cartella clinica; tre anni a Di Genio per omicidio colposo, due anni e sei mesi per Mazza e Barone e due anni e sette mesi per Ruberto, facendo decadere l’accusa di sequestro di persona.

A tre anni dalla morte, quel 4 agosto 2009, tra poche ore si chiariranno responsabilità e cause di uno dei casi di cronaca del Cilento che più ha scosso l’opinione pubblica. La sentenza del processo di primo grado è attesa nella tarda serata. Gli imputati rischiano la condanna per i reati di sequestro di persona, morte come conseguenza di altro reato e per i soli medici anche falso documentale.

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