Camerota, processo Scarpitta: Codacons e Parco chiedono di essere parte civile

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Camerota, processo Scarpitta: Codacons e Parco chiedono di essere parte civile

Si è tenuta a Vallo della Lucania una nuova udienza del processo che vede imputato Mario Salvatore Scarpitta, sindaco di Camerota, accusato di aver eseguito interventi non autorizzati nel cantiere aperto nel 2023 per la messa in sicurezza del costone roccioso che sovrasta la strada provinciale 562, nota come “del Mingardo”.

Secondo l’accusa, alcune esplosioni effettuate durante i lavori avrebbero compromesso la stabilità della parete rocciosa. Al centro del dibattito processuale c’è la legittimità delle opere di disgaggio e consolidamento, realizzate dopo i numerosi episodi di caduta massi che avevano portato, più volte, alla chiusura della strada che collega Marina di Camerota a Palinuro.

Nel corso dell’udienza, gli avvocati del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, del Codacons e della Fondazione Vassallo hanno avanzato richiesta di costituzione di parte civile. Diversa, invece, la posizione dell’Avvocatura dello Stato, che ha comunicato di non costituirsi in giudizio contro il primo cittadino, come stabilito dal Ministero.

Restano in attesa di decisione anche le precedenti richieste di costituzione avanzate da Legambiente, Europa Verde e dal gruppo consiliare di opposizione “Per un Comune Migliore”.

Il giudice ha aggiornato il procedimento alla prossima udienza, fissata per il 4 novembre, quando saranno esaminate le istanze e proseguirà il dibattimento su un caso che, da oltre un anno, tiene alta l’attenzione nel Cilento per il suo intreccio tra sicurezza pubblica, tutela ambientale e azione amministrativa.

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