Alessandra Clemente alla marcia per Vassallo: «Siamo più forti di chi uccide, dobbiamo difendere la nostra terra»

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Alessandra Clemente alla marcia per Vassallo: «Siamo più forti di chi uccide, dobbiamo difendere la nostra terra»

Alessandra Clemente, la figlia di Silvia Ruotolo, vittima innocente di camorra, assassinata l’11 giugno 1997 alla Salita Arenella, stringeva forte lo striscione in apertura del corteo alla marcia per Angelo Vassallo. «Mi sento sorella di Acciaroli in questo momento. – ha detto Alessandra – Ad Antonio mi lega un qualcosa di inspiegabile, siamo orfani di qualcosa ma siamo affamati di giustizia». Vent’anni fa Alessandra, che aveva dieci anni, dal balcone di casa ha assistito all’uccisione della madre. La camorra spara tra la folla e colpisce anche Silvia che stringe tra le mani Francesco, il figlio più piccolo. 

Attualmente assessore del sindaco De Magistris, alle Politiche Sociali del Comune di Napoli, Alessandra sabato era ad Acciaroli per ricordare il Sindaco Pescatore, ucciso in un agguato il 5 settembre 2010 che non conosce ancora colpevoli. 

«Mio padre diceva che la cosa più difficile è stata guardare i miei figli e rispondere ai loro perché. – spiega la Clemente – Non dobbiamo vergognarci di dire la parola perché, non siamo noi a doverci sentire scomodi, soli. Ma loro, quelle persone, le tante che si impegnano ogni giorno affinché nulla cambi, affinché le nostre terre siano senza dignità».

«Quando hanno sparato addosso ad Angelo, un sindaco amato, pieno di dignità – ha continuato – non hanno ucciso solo lui ma anche noi, la nostra dignità. Siamo qui in tanti perché la dignità, la libertà, la cultura non sono in vendita. Non possiamo lasciare ciò che amiamo a chi vuole distruggerlo, siamo qui per difendere la memoria delle nostre persone care. La memoria è il più alto impegno civile della democrazia. 

Poi il ringraziamento ai media: «La speranza, le cose belle devono essere raccontate, altrimenti non esistono, altrimenti esiste solo il male. Questa pagina di dignità e speranza se raccontata diventa più potente». 

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