Ancora discussioni e polemiche intorno alla Proloco, M5s: «Agropoli perde un’opportunità»

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Ancora discussioni e polemiche intorno alla Proloco, M5s: «Agropoli perde un’opportunità»

Ancora polemiche ad Agropoli intorno alla Proloco. Nei giorni scorsi i cittadini Cinque stelle Agropoli avevano raccontato che durante la giornata del tesseramento della ProLoco SviluppAgropoli alcuni simpatizzanti e attivisti del meetup agropolese «sono stati espulsi senza appello, nonostante la tessera a firma del Presidente e il pagamento della quota associativa di 10 euro», hanno spiegato in una nota. «Ieri abbiamo riprovato a presentare il nostro approccio conciliante e propositivo, come da loro richiesta, ma ancora una volta ci è stata sbattuta la porta in faccia. Come se fosse passata, per usare una similitudine, ‘l’ora segnata dal destino. L’ora delle decisioni irrevocabili’. Ci siamo sentiti come di fronte a una fatua islamica. Nessun appello, una sentenza di primo grado emessa sulla base di una presunzione di ‘colpevolezza’». – denunciano i cittadini.

Secondo i pentastellati le «colpe» dell’allontanamento dal tesseramento potrebbero rintracciarsi nelle continue richieste, negate – hanno scritto -, sui verbali del direttivo e sulle fonti di finanziamento dei soldi pubblici. «E’ infatti il Comune di #Agropoli il maggiore finanziatore di talune attività di questa associazione, si di natura privatistica, ma con valenza di pubblica utilità sociale e con rilevanza di interesse pubblico. – scrivono – E’ stato cosi per la due notti del Presepe Vivente (€ 10.000) e per la Corrida di Carnevale (€3.500,00). A questi si sommano le erogazione dei privati quali ad esempio la BBC dei Comuni Cilentani, altro sponsor principale. Il comune – continua la nota – senza nessun bando pubblico preliminare ha anche assegnato loro il locale comunale sito in via Pio X comprensivo di postazione informatica con collegamento internet, riconoscendovi unilateralmente il ruolo della Pro Loco nella valorizzazione e promozione del territorio per lo sviluppo locale in un’ottica di collaborazione».

Accusano la proloco di «non essere espressione di partecipazione, di solidarietà e di pluralismo».«In barba a tali principi nel caso specifico si è presentata più come uno strumento operativo della amministrazione comunale, che è solita da tempo operare una politica clientelare della peggior specie. Non mi sorprenderebbe a questo punto che a specularne politicante siano proprio loro. L’iscrizione al‪#‎PD‬ locale di buona parte, se non di ognuno di loro non è un mistero. E che tale associazione si trasformasse nell’ennesimo serbatoio di voti da capitalizzare alle prossime elezioni comunali è piuttosto verosimile. Se cosi fosse – concludono – non sarebbe che una conferma dell’atto discriminatorio, scandaloso e riprovevole, consumato ai danni di persone aventi altra opinione politica e che avrebbero con piacere contribuito al fine associativo».

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