Angelo Vassallo, 9 anni dopo il Cilento aspetta di conoscere il killer

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Angelo Vassallo, 9 anni dopo il Cilento aspetta di conoscere il killer

Nove anni dopo i ricordi ma anche la rabbia per un delitto i cui killer e mandanti sono ancora liberi. Nove colpi di pistola contro Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica ucciso in un agguato il 5 settembre del 2010. Stava rientrando a casa Angelo e qualcuno lo aspettava, conosceva la strada, le abitudini e probabilmente conosceva il sindaco. Si sarebbe fermato a parlare prima di estrarre la pistola e colpirlo a morte.

Oggi è prevista una Santa Messa nella chiesa di Acciaroli, alle ore 19. Alle 20 l’incontro «Pensieri e parole per Angelo Vassallo», la deposizione di una corona in mare e l’accensione delle candele della speranza. Nel week end, invece, è in programma la Festa della Speranza.

Ma a che punto sono le indagini dopo che un carabiniere affiliato alla camorra napoletana è stato indagato? Dopo il pericolo di una chiusura della vicenda da parte della Procura, nuove indagini, sollecitate da Ingroia, voluto dalla famiglia, ci sono dei nuovi risvolti. Dalle indagini difensive sono usciti dei documenti delle perizie autoptiche e balistiche sull’omicidio del sindaco Vassallo, dove emergono ricostruzioni e ipotesi che aggiungono nuovi elementi.

A cominciare dai due colpi di pistola che sarebbero andati a vuoto. Quindi, secondo la nuova ricostruzione della perizia, furono 9 e non 7 i colpi che uccisero Vassallo, come si legge nella perizia autoptica firmata dal professore Francesco Vinci dell’Università di Bari, e sarebbero andati tutti a segno ed uno avrebbe anche trapassato due volte il povero sindaco.

Infatti, il medico legale nel momento dell’autopsia ha rilevato dieci fori sul cadavere. Secondo la perizia, il sicaro avrebbe sparato in piedi o “dal sellino di un motorino”. Dunque, per i familiari la pista del killer in scooter è una assoluta novità. Secondo le carte, il corpo di Vassallo fu colpito mentre era seduto nella sua auto con il finestrino abbassato e in quel momento l’assassino esplose i colpi di pistola, una semiautomatica baby Tanfoglio 9×21, da al meno 40-50 centimetri di distanza.

Sulla scena del delitto non furono rilevati segni di bruciature sulla pelle o sugli abiti del sindaco, che era girato sul fianco sinistro verso il suo killer. Nella relazione, il medico legale si è spinto ad ipotizzare la presenza di una seconda arma sulla scena del delitto.

Una supposizione aderente alle traiettorie dei fori, che però viene smentita dagli accertamenti tecnici dei carabinieri dei Ris di Roma. In una cinquantina di pagine, i militari hanno analizzato i sei proiettili recuperati in condizioni sufficientemente buone ed hanno appurato che le rigature sono identiche e che proverrebbero da “un’unica canna”.

I nuovi elementi sarebbero importantissimi per identificazione dell’ignoto assassino che la procura Salernitana, guidata da Luca Masini insieme al pm Leonardo Colamonici, sta cercando di dare un volto.

Con i nuovi elementi riportati nei documenti scoperti, gli investigatori si potrebbero orientare, non a un omicidio non premeditato e che a sparare non sarebbe stata una persona non esperta all’uso delle armi, ma che saprebbe usare benissimo le pistole.

Inoltre, con l’elemento della probabile presenza di un motorino si potrebbe ipotizzare la scena di un agguato e che il killer si sarebbe potuto avvalere dell’aiuto di un complice e sarebbe fuggito rapidamente. Di fatto, l’Audi A4 del sindaco fu ritrovata ferma dall’altra parte della careggiata, a pochi metri della sua casa ed era contromano.

Il sindaco accostò volontariamente, perché conosceva l’assassino, o un’altra macchina lo spinse verso il muro? A questi interrogativi i pm di Salerno stanno cercando di dare risposta.

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