Michela Grandino della Taekwondo Capaccio, medaglia d’oro

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Michela Grandino della Taekwondo Capaccio, medaglia d’oro

Dopo il risultato di febbraio nei campionati junior la mini campionessa Michela Grandino , conferma le sue doti di atleta di altissimo livello , ai campionati italiani assoluti senior organizzati dalla FITA (federazione italiana taekwondo) che si sono svolti a Firenze nella splendida cornice del palazzetto Nelson Mandela, il 20 e 21 novembre.
Michela ha conquistato la medaglia d’oro e il titolo di campionessa italiana senior nella categoria (-62kg) salendo sul podio più alto, ricevendo le congratulazioni da tecnici federali, esponenti dei gruppi sportivi militari e da un pubblico di oltre cinquemila persone presenti alla manifestazione.
una prestazione che sicuramente consoliderà la sua presenza tra gli atleti di alto valore tecnico della nazionale italiana senior ed aprirà le porte ad una probabile partecipazione per le qualificazioni olimpiche che potrebbero essere già quelle del 2012 a Londra. 
Questo ulteriore risultato che si aggiunge ai precedenti ottenuti da Michela è frutto di un intenso lavoro svolto dall’associazione di Capaccio diretta dal maestro Antonio Marrone, dall’aiuto delle istituzioni locali che mettono a disposizione le strutture sportive presenti sul territorio di Capaccio e dai genitori che supportano con enormi sacrifici questo’atleta.
C’è da ricordare il grosso valore atletico di quest’atleta di capaccio che in circa 10 mesi riesce a vincere due campionati italiani in due categorie differenti e che mai nessun atleta è riuscito in quest’impresa.
La preparazione continuerà nella palestra di capaccio in previsione della prossima competizione che sarà l’open di Parigi a dicembre e l’open di Tübingen in Germania a gennaio.

 Cosa è il taekwondo. Etimologicamente, il termine taekwondo si compone di tre ideogrammi: tae (calciare in volo), kwon (colpire con il pugno) e do (arte, disciplina): «l’arte dei pugni e dei calci in volo». Le origini del Taekwondo risalgono a circa 2000 anni fa. Fino al IV secolo la Corea era divisa in tre regni, Silla, Koguryo e Paekche, sempre in lotta tra loro. In questi territori cominciarono a diffondersi diverse tecniche di combattimento, delle quali rimangono molte testimonianze sotto forma di affreschi e pitture murali ritrovate sul soffitto di alcune tombe reali risalenti ai primi secoli dopo Cristo. Il combattimento è basato sull’assegnazione di punti ed è articolato in tre riprese (o round) da due minuti ciascuno, con una pausa di un minuto. L’atleta per fare punti deve colpire l’avversario sul corpetto con tecniche di calcio o di pugno (1 punto o 2 se in rotazione) oppure in testa (compreso il collo) con sole tecniche di calcio (3 punti). Il contatto è pieno e il KO è valido, non c’è limite ai colpi a meno che non si proceda ad un attacco falloso o una qualsiasi altra azione che richieda l’intervento dell’arbitro.

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