Ascea, la struttura all’ingresso di Velia non sarà abbattuta: Consiglio di Stato respinge ricorso

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Ascea, la struttura all’ingresso di Velia non sarà abbattuta: Consiglio di Stato respinge ricorso

La struttura antistante l’ingresso del Parco Archeologico di Elea-Velia non sarà demolita, ospiterà il museo di Velia. Il Consiglio di Stato dichiara inammissibile il ricorso dell’ex proprietario Solone Sabia e conferma la validità ed efficacia della deliberazione di consiglio comunale. Battaglia vinta dal comune di Ascea.

Il Consiglio di Stato ha dichiarato inammissibile il ricorso di primo grado, con il quale Solone Sabia aveva impugnato la deliberazione del Consiglio Comunale di Ascea n.27 del 22 luglio 2020. Con tale provvedimento il comune di Ascea aveva dichiarato il prevalente interesse pubblico a mantenere e non demolire una struttura realizzata senza titoli abilitativi, acquisita gratuitamente al patrimonio comunale, in quanto ritenuta non contrastante con rilevanti interessi urbanistici ed ambientali, al fine di destinarla ad accogliere le attività e i servizi del Museo archeologico di Elea-Velia.

Con sentenza n.5901 del 17.8.2021, il Consiglio di Stato ha, tra l’altro, affermato che: “ … l’Amministrazione [comunale] ha compiuto una puntuale e approfondita disamina circa la prevalenza delle ragioni d’interesse pubblico alla permanenza dei cespiti nella pubblica disponibilità e la compatibilità dei medesimi con gli interessi urbanistici e ambientali, ai sensi dell’art.31, comma 5, del D.P.R. n.380 del 2001”. 

E’ stata definitivamente sancita, pertanto, la piena validità ed efficacia della delibera consiliare che era stata originariamente annullata dal Tar. E ciò sia perché l’ex proprietario, non avendo ottemperato all’ordine demolitorio contenuto nell’ordinanza n. 39 del 2018 e avendo lasciato inoppugnati anche i restanti atti della serie procedimentale, non vantava più alcuna relazione dominicale (oltre che di fatto) con i cespiti oggetto del provvedimento impugnato, nel frattempo acquisiti alla proprietà pubblica, con conseguente difetto di legittimazione ad agire al momento della proposizione del ricorso; sia perché, alla luce di quanto documentato in corso di causa dal Comune, difeso dall’avv. Antonio Brancaccio e dall’avv. Pasquale D’Angiolillo, la statuizione di primo grado si è basata su di una affermazione del tutto destituita di fondamento, in quanto la pratica di condono edilizio, che si assumeva ancora pendente, in realtà riguardava beni estranei all’oggetto dell’atto impugnato.

«Il tempo è galantuomo e la verità ha avuto la meglio anche sulle inconsistenti ed improvvisate teorie di avversari che invece di promuovere gli interessati pubblici, li ostacolano – dichiara Pietro D’Angiolillo, sindaco di Ascea -. La vicenda si chiude definitivamente così come prospettato sin dall’inizio dall’Amministrazione comunale: la proprietà ed il possesso dei fabbricati e dell’area di circa un ettaro è acquisita gratuitamente al patrimonio comunale ed il fabbricato non dovrà essere demolito. Il percorso è spianato e, anche se sarà lungo e non facile, porterà finalmente il comune di Ascea a poter disporre di aree e strutture destinata ad ospitare il Museo archeologico di Velia»

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