Camerota, vicenda mercato sospeso. Amministrazione: «Ambulanti prepotenti pagheranno»

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Camerota, vicenda mercato sospeso. Amministrazione: «Ambulanti prepotenti pagheranno»

In merito all’articolo pubblicato dal giornale del Cilento relativo alla sospensione del mercato quindicinale di Marina di Camerota, l’amministrazione comunale di Camerota smentisce quanto affermato da alcuni operatori ambulanti. «In primo luogo – scrive in una nota stampa la maggioranza guidata dal sindaco Antonio Romano – non corrisponde a verità la circostanza che gli operatori pagherebbero un canone annuale anticipato poichè dal 2013 gli stessi effettuano pagamenti solo per i turni di mercato a cui partecipano (in pratica chi non si presenta non paga). La seconda inesattezza riguarda l’attività di informazione che a dire degli operatori non sarebbe stata garantita. Il comune di Camerota ha pubblicato l’ordinanza di sospensione martedì mattina e la stessa e stata notificata via posta certificata alle due principali associazioni di categoria presenti in Provincia di Salerno. Sul sito internet del Comune di Camerota nella stessa giornata è stato pubblicato un avviso. Sono numerosi, infatti, gli ambulanti che non si sono presentati al mercato dimostrando rispetto per l’ordinanza del sindaco di Camerota e per il territorio. Chi con arroganza e furbizia ha rimosso le transenne apposte dal Comune – ad avviso dell’amministrazione comunale – non può rimanere impunito. Gli occupatori abusivi delle aree mercato saranno pertanto perseguiti nelle forme di legge e non è esclusa la sanzione della revoca della concessione».

«Infine – ricorda l’amministrazione – che da 4 anni l’ultimo mercato che precede il Natale è sempre stato. Sospeso in accordo con le associazioni locali del commercio. Pertanto la presunta sorpresa degli ambulanti rappresenta solo una infondata giustificazione tesa a mascherare un evidente atto di furbizia ed arroganza. Cogliamo l’occasione per ribadire la nostra disponibilità a dialogare con il settore degli operatori del mercato ma non con chi pretende di rivendicare le proprie ragioni con prepotenza inaccettabile».

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