25 Ottobre 2025

Cardiologia di Sapri in crescita tra innovazione e servizi: si punta all’eccellenza e al turismo sanitario

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Cardiologia di Sapri in crescita tra innovazione e servizi: si punta all’eccellenza e al turismo sanitario

Un’idea di sanità che guarda oltre l’emergenza. Il reparto di Cardiologia dell’ospedale dell’Immacolata di Sapri, diretto dal dottor Alfredo Mazza dall’agosto 2024, è diventato in meno di un anno una delle realtà più dinamiche del sistema sanitario salernitano: ricoveri triplicati, prestazioni sempre più complesse, nuovi servizi e apparecchiature di ultima generazione. È la conferma che Sapri può essere un presidio competitivo nel panorama sanitario cardiologico campano. Eppure, la sua corsa verso l’eccellenza rischia di incepparsi per una carenza cronica di personale medico.

Dal suo insediamento, il direttore dell’Unità Operativa di Cardiologia e UTIC, Alfredo Mazza, già primario all’ospedale di Sarno e cardiologo di lunga esperienza – ha impresso un cambio di passo deciso. La Cardiologia di Sapri si è dotata di nuovi ecocardiografi, ha ottenuto il via libera all’impianto di pacemaker e defibrillatori, riducendo drasticamente il numero di pazienti costretti a spostarsi fino a Vallo della Lucania o Salerno, e sta per attivare l’ambulatorio di prova da sforzo con una tecnologia di ultima generazione. E’ prevista anche l’apertura del Day Hospital che andrebbe a completare la filiera della cura cardiologica.

Dietro i risultati,c’è una visione più ampia che coinvolge la struttura e il territorio. Mazza guarda al futuro del Immacolata come a un centro integrato di sanità, formazione e ricerca, in grado di attirare professionisti, studenti e pazienti da fuori regione. «Sapri è una città di mare, accogliente e ben collegata. Può diventare anche un luogo di turismo sanitario», osserva il primario.

Il progetto parte da basi solide: numeri in crescita del 53% nei ricoveri, segno di un’attività clinica di alto livello e di un miglioramento della qualità assistenziale. Una crescita costante, segno di un reparto che più di altri risponde a un bisogno reale del territorio. Ma la sfida, adesso, è strutturale. Nel piano elaborato dal dottor Mazza e condiviso con la Direzione dell’Asl Salerno si delineano linee strategiche per rendere il presidio di Sapri un punto di riferimento per l’intero Mezzogiorno.

Tra queste, l’espletamento del concorso per nuovi cardiologi e l’obbligo contrattuale di assegnazione al reparto e l’inserimento nella rete di riabilitazione post-cardiochirurgica, così da evitare ai pazienti viaggi inutili verso i grandi centri. Sul fronte ricerca e formazione, il progetto prevede convenzioni con il CNR e le Università, per ospitare giovani ricercatori e studenti di Medicina e Scienze Infermieristiche, oltre all’ingresso nella rete formativa delle scuole di specializzazione in cardiologia.

Accanto alla parte sanitaria, il piano di sviluppo tocca aspetti infrastrutturali e sociali. È previsto un ammodernamento architettonico e tecnologico della struttura ospedaliera, con l’aumento dei posti letto di cardiologia da 10 a 16 e l’introduzione di sistemi di telemedicina e medicina digitale.

Un’attenzione particolare è rivolta alla mobilità e all’accoglienza dei sanitari: si punta a potenziare le convenzioni con Trenitalia e Italo per agevolare gli spostamenti dei medici e a coinvolgere i Comuni e la Curia per creare soluzioni di housing temporaneo per il personale in servizio. «Servono incentivi concreti – osserva Mazza – perché il vero limite dei piccoli ospedali non è la tecnologia, ma la capacità di attrarre e trattenere i professionisti».

Il salto tecnologico, in meno di dodici mesi, è stato impressionante. Anche la collaborazione quotidiana con l’ospedale San Luca di Vallo della Lucania ha creato una rete virtuosa che garantisce continuità di assistenza e qualità clinica, ma non basta a compensare la principale criticità: la carenza di personale medico. Una situazione che rischia di sfiorare l’assurdo: un milione di euro per coprire i turni aggiuntivi quando quegli stessi fondi avrebbero potuto finanziare nuove assunzioni. Anche se la vera sfida resta attrarre medici in un’area periferica come Sapri.

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