Caso Vassallo, scarcerato il colonnello Cagnazzo: la Cassazione smonta l’impianto accusatorio

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Caso Vassallo, scarcerato il colonnello Cagnazzo: la Cassazione smonta l’impianto accusatorio

Dopo oltre sette mesi trascorsi in carcere, il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo torna in libertà. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Salerno, che ha riesaminato la posizione dell’ufficiale nell’ambito della complessa inchiesta sull’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica assassinato a colpi di pistola la sera del 5 settembre 2010. La decisione giunge a seguito dell’annullamento con rinvio dell’ordinanza cautelare da parte della Corte di Cassazione, che ha evidenziato lacune e contraddizioni nel provvedimento che, lo scorso 8 novembre, aveva portato all’arresto dell’alto ufficiale.

Insieme a Cagnazzo torna in libertà anche l’imprenditore Giuseppe Cipriano. Diversa, invece, la situazione per l’ex sottufficiale Lazzaro Cioffi, per il quale rimane in vigore la misura detentiva. La sua posizione appare ancora gravata da elementi ritenuti rilevanti dai magistrati.

La Corte di Cassazione ha duramente criticato l’uso delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, considerate «inutilizzabili» se acquisite prima della riapertura formale dell’inchiesta. In particolare, viene messo in discussione il valore probatorio delle parole di Eugenio D’Atri e, soprattutto, di Romolo Ridosso, il cui racconto – secondo i giudici – si è rivelato incerto e contraddittorio. «Inadeguato» è stato definito il ragionamento del Riesame in merito alla sua presunta attendibilità, ritenuta selettiva: attendibile quando accusa, inattendibile quando si difende.

La decisione del Riesame rappresenta un punto di svolta in un’indagine riaperta a distanza di anni sulla base di nuovi spunti investigativi. Una riapertura nata dalle ombre che ancora avvolgono la morte di Vassallo, il “sindaco pescatore”, simbolo della legalità, ucciso con nove colpi di pistola mentre, secondo gli inquirenti, stava per rivelare verità scomode su legami tra criminalità organizzata e pezzi deviati dello Stato.

L’annullamento dell’ordinanza da parte della Cassazione non si è limitato a censurare l’impianto probatorio, ma ha anche sollevato dubbi sulla tenuta dell’intera ipotesi accusatoria, in particolare sul presunto patto di silenzio e sul supposto disegno di depistaggio. Ora si attende che il Tribunale del Riesame renda note le motivazioni alla base della scarcerazione, mentre il procedimento penale prosegue in un clima di crescente incertezza.

A difendere gli indagati, gli avvocati Ilaria Criscuolo e Giuliano Dominici per Fabio Cagnazzo, Giuseppe Stellato per Lazzaro Cioffi e Giovanni Annunziata per Giuseppe Cipriano. La loro strategia ha finora ottenuto risultati rilevanti, minando uno dei capitoli più delicati e controversi della recente storia giudiziaria campana.

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