Sentito un maresciallo dei carabinieri: “Al San Luca contenzioni prolungate, di giorno e di notte”

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Sentito un maresciallo dei carabinieri: “Al San Luca contenzioni prolungate, di giorno e di notte”

E’ entrato nel vivo il processo che vede alla sbarra sei medici e dodici infermieri – accusati di sequestro di persona, falso e morte come conseguenza di altro delitto- del reparto di psichiatria dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, per la vicenda che ha portato alla morte di Franco Mastrogiovanni, avvenuta il 4 agosto 2009, dopo oltre 80 ore di contenzione ininterrotta.

Durante l’udienza di ieri Elisabetta Garzo, presidente del Tribunale vallese, ha concesso l’ingresso nel procedimento delle liste testimoniali e degli elementi di prova presentati dal pubblico ministero Renato Martusciello e dalle parti civili. In particolare, è stata  ammessa la richiesta relativa alla videoregistrazione – effettuata dalle telecamere di sorveglianza del reparto – di tutto il periodo di permanenza di Mastrogiovanni nel reparto, considerata dall’accusa una prova schiacciante delle responsabilità degli imputati. Per quanto concerne invece le liste dei testimoni presentate dalla difesa, il collegio dei giudici ha deciso di concedere la testimonianza solo di due testi a scelta per ogni avvocato difensore.

L’unico testimone sentito ieri è stato un maresciallo dei carabinieri di Vallo che ha effettuato delle indagini relative al caso, riguardanti soprattutto le modalità con le quali si utilizzava la contenzione nel reparto. Dalle cartelle cliniche analizzate – oltre 400, relative a pazienti ricoverati nel 2008 e nel 2009 – l’utilizzo delle fascette per legare ai letti le persone risultava in 22 casi. E, in tutti questi – secondo quanto riferito dal teste –  la contenzione era prolungata e avveniva sia di giorno che di notte. Inoltre, durante le indagini, i carabinieri non hanno rinvenuto, nel’ambito del reparto e della direzione sanitaria, la presenza di linee guida in materia di contenzione. Gli inquirenti hanno perciò consultato le linee guida utilizzate nell’ospedale Niguarda di Milano, in modo da verificare la difformità tra queste- che prevedono che il paziente sia slegato e assistito con una certa e frequenza – e le effettive consuetudini relative alle contenzioni applicate al San Luca.

Tra gli imputati, erano presenti solo alcuni degli infermieri. Solo a pochi minuti dalla conclusione dell’udienza è entrato in aula Michele Di Genio, primario del reparto all’epoca dei fatti.

La prossima udienza è stata fissata per il 3 maggio alle 14, quando saranno chiamati a testimoniare il maresciallo dei carabinieri e il comandante dei vigili di Pollica, entrambi coinvolti nelle operazioni di esecuzione dell’ordinanza di trattamento sanitario obbligatorio emessa da Vassallo, allora sindaco di Pollica, poi ucciso in un agguato nel settembre del 2010.  Inoltre, sarà sentita Grazia Serra, la nipote del maestro elementare morto al San Luca, che nei giorni del tso si era recata insieme al fidanzato in ospedale per far visita allo zio. Non l’avevano fatta entrare nella stanza. “Sta bene, sta riposando”, le avevano detto.

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