Centola, finta assistente del procuratore tenta una truffa
| di Luigi Martino
Una truffa costruita nei dettagli, portata avanti con freddezza e inganno, è stata smascherata da una cittadina di Centola che, nonostante la paura, ha mantenuto la lucidità e ha sventato il colpo. È accaduto nel pomeriggio di venerdì 18 luglio.
Intorno alle 16:30, la donna ha ricevuto una telefonata sul telefono fisso. L’interlocutore si è presentato come il maresciallo Michele Orgione della stazione dei carabinieri di Pisciotta. Con tono sicuro, ha pronunciato nome e cognome della vittima, oltre ad altri dati personali, chiedendole con urgenza di recarsi in caserma. Alla richiesta di spiegazioni, ha ribattuto che la telefonata era registrata e le ha suggerito di sedersi, alimentando l’ansia e la paura. In quel momento, la donna ha temuto per l’incolumità dei propri familiari.
Dopo una lunga insistenza, l’uomo le ha comunicato che era indagata per un furto in una gioielleria di Salerno, compiuto con un’auto rubata su cui sarebbero stati trovati i suoi documenti. Ma non è finita qui: in un crescendo di pressioni, il falso maresciallo le ha chiesto un inventario dettagliato dell’oro e dei gioielli presenti in casa, minacciando gravi conseguenze in caso di reticenze. «Mi è stato intimato di non occultare alcun prezioso – racconta la donna – altrimenti sarei stata accusata di intralcio alle indagini».
Alle sue contestazioni, rivolte soprattutto alle numerose contraddizioni nei racconti del presunto maresciallo, l’uomo rispondeva con apparente calma, tentando di mantenere credibilità. Intanto, cercava di tenere occupate entrambe le linee telefoniche per impedirle di chiedere aiuto. Nonostante tutto, la donna è riuscita a contattare i fratelli, che hanno immediatamente informato i carabinieri della stazione di Centola.
Il raggiro è proseguito con l’annuncio dell’arrivo di una sedicente “assistente del procuratore della Repubblica” per confermare la posizione della vittima. Poco dopo, una donna si è presentata alla porta, ma è stata accolta con fermezza: «Le ho chiesto i documenti e ho continuato a guardarla negli occhi. Tremava, era agitata». Quando la truffatrice ha chiesto un bicchiere d’acqua, la vittima ha rifiutato. «Le ho detto di fare quello che doveva, ma davanti a me. E mentre il complice chiamava per parlare con me, ho risposto che lo avrei fatto solo alla presenza dei carabinieri».
A quel punto, la falsa funzionaria ha capito che il piano era saltato: ha fatto marcia indietro ed è fuggita dall’abitazione. Subito dopo sono arrivati sul posto il fratello della donna, un amico, i carabinieri e la polizia municipale.
Il giorno successivo, in piazza, alcuni testimoni avrebbero notato un’auto sospetta con un uomo a bordo che parlava a voce alta al telefono. Da quell’auto sarebbe scesa una donna con fattezze compatibili con la truffatrice.
«Qualcuno mi ha detto che sono stata temeraria – ha commentato la cittadina – ma ho imparato che i vigliacchi si nutrono della paura degli altri. La verità è che oggi viviamo in un clima di paura e impotenza, e le persone sole sono diventate bersagli facili per questi criminali».
Le forze dell’ordine invitano i cittadini alla massima prudenza. In caso di telefonate sospette o visite non annunciate, è fondamentale contattare il 112 e non lasciarsi intimidire.
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