Cilento, 15enne precipita giù e muore: 9 alla sbarra

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Cilento, 15enne precipita giù e muore: 9 alla sbarra

Il giudice delle udienze preliminari del tribunale di Vallo della Lucania ha rinviato a giudizio nove persone per la morte di Carlo Fulvio Velardi, il ragazzino di 15 anni che morì dopo essere precipitato da una staccionata di legno in località Punta Licosa di Castellabate il 26 luglio del 2011. 

La ricostruzione La staccionata in legno non avrebbe retto il peso del giovane, un 15enne in vacanza, precipitandolo sugli scogli da sette metri di altezza lungo la passeggiata di Punta Licosa. Era un liceale, frequentava il ginnasio del Classico Antonio Genovesi di Napoli, il ragazzo morto in quella tragica sera di cinque anni fa dopo essere scivolato in un dirupo nel Comune di Castellabate. Carlo era in compagnia della sorella nei pressi del sentiero delimitata da una staccionata in legno, a ridosso di una scogliera, quando – secondo alcuni testimoni – la staccionata avrebbe ceduto facendo precipitare il ragazzo nel vuoto sotto gli occhi della sorella. Dopo un volo di oltre sette metri, il ragazzo si è schiantato sugli scogli. Nonostante l’arrivo di un’ambulanza e degli uomini della guardia costiera di Agropoli, a nulla sono valsi i tentativi di rianimarlo.

Soccorsi inutili Il ragazzo è probabilmente morto sul colpo. Il cadavere del 15enne è stato trasportato con una imbarcazione da diporto nel vicino porticciolo di Punta Licosa, per l’arrivo del medico legale. Sulla dinamica dell’incidente hanno indagato i carabinieri della compagnia di Agropoli e quelli della stazione di Castellabate. Il giovane era giunto nel Cilento da alcuni giorni per trascorrere le vacanze insieme ai genitori e alla sorella.

Risparmiata l’autopsia La procura della Repubblica di Vallo della Lucania non ha infatti disposto alcuna autopsia, ritenendo sufficiente l’esame esterno della salma, effettuato nella serata del 26 luglio del 2011 dal medico legale.

Alla sbarra Nove persone sono state iscritte nel registro degli indagati per la morte di Carlo. Si tratta di Angelo Granito di Belmonte, il principe proprietario della strada privata ma ad uso pubblico dove era ubicata la staccionata; Roberto Avella, responsabile del servizio tecnico della Comunità Montana “Alento – Monte Stella”; Francesco Lo Schiavo, Anita Cataldo e Adelio Nicoletta per non aver controllato, per negligenza e in violazione dell’obbligo di sorveglianza ad essi affidato quali responsabili dell’ufficio manutenzione del comune di Castellabate, l’idoneità della struttura; Gerardo Comunale, nel ruolo di responsabile dell’ufficio di Polizia Municipale; Costabile Franciulli, Domenico Manente e Nicola Romito, operai della Comunità Montana, per aver materialmente installato la struttura di legno.

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