Cilento, la denuncia di un giornalista su inquinamento spiagge: «Servono ausiliari dell’ambiente, non del traffico»

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Cilento, la denuncia di un giornalista su inquinamento spiagge: «Servono ausiliari dell’ambiente, non del traffico»

Enrico Lava, giornalista del ‘Chiaia Magazine’ di Napoli e di ‘Iuppiternews’ ha inviato una lettera al direttore del ‘Roma’ riguardo una delle tematiche più delicate e attuali che mai, ovvero l’inquinamento. Si perché se da un lato il Cilento è caratterizzato da bellezza, posti incantevoli, cibo squisito e natura mozzafiato, dall’altro coesistono le negatività che tutti vorremmo nascondere, quelle piccole ma grandi cose che ogni giorno cercano di compromettere l’autenticità di una terra come il Cilento. La scorsa settimana, in maniera del tutto autonoma, Enrico si è recato ad Ascea in località ‘scogliera’, una delle spiagge più belle e frequentate del piccolo comune marittimo e armato di sacchetti e guanti ha raccolto una notevole quantità di immondizia accumulata tra gli scogli. Bottiglie, polistirene, scatolette di metallo e persino un tubo di plastica lungo un metro e mezzo sono stati rimossi dalla spiaggia tra gli occhi increduli dei turisti. Di seguito la lettera inviata al direttore del ‘Roma’:

«Gentile direttore, sono un cilentano doc e amo la mia  terra così ricca di talento naturale e itinerari mozzafiato, ma purtroppo ferita a morte da strade devastate a causa d’incuria e dissesto idrogeologico, da un’assenza di lavoro che costringe i giovani a fare le valigie e tentar fortuna altrove e da politiche che non sempre mirano al rispetto della natura e dell’ambiente. Trovandomi ad Ascea l’altro giorno per una bella giornata di mare, ho notato che gli amministratori hanno puntato fortemente a ‘far cassa’ con i parcheggi, disseminando nelle aree adibite alla sosta un’infinità di ausiliari del traffico. Niente di male, per carità. Pensavo, però, mentre facevo la mia salutare passeggiata sul bagnasciuga, che la stessa attenzione riservata al ‘business parcheggi’ andrebbe rivolta anche alla pulizia delle spiagge. Un’autentica vergogna. L’immondizia che affiorava dalla sabbia non è degna di un paese civile soprattutto quando poi si vuole puntare sul turismo e sulla bellezza dei nostri luoghi. Mi sono armato così di sacchetti e tanta pazienza e ho iniziato a raccogliere tutto ciò che trovavo. Oltre ai troppi ausiliari del traffico, credo che sia necessario puntare sugli ‘ausiliari dell’ambiente’, multare i bagnanti indisciplinati e proteggere, non a chiacchiere ma con atti concreti, i nostri luoghi che sono anche la nostra fortuna». 

Il punto chiave sul quale il giornalista Lava si è soffermato è molto semplice. Nelle attuali condizioni pare che il denaro incassato  attraverso il «business dei parcheggi» sia decisamente più importante della salvaguardia di una zona turistica, di una zona inserita all’interno di un parco nazionale in cui vige indiscussa la regola del ‘Qui la natura è protetta’. La denuncia, poi, ad un Comune che «preferisce investire su un ritorno di denaro piuttosto che  cercare un modo di evitare un inquinamento simile». 

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