Cinghiali «divorano» il Parco, summit sindaci a Vallo della Lucania: «Vendere esemplari non è soluzione»

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Cinghiali «divorano» il Parco, summit sindaci a Vallo della Lucania: «Vendere esemplari non è soluzione»

E’ sempre più emergenza cinghiali nel Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Gli ungulati sono ovunque. Segnalazioni giungono da Pollica, dove una professoressa del posto che insegna a Napoli, li vede di notte scorrazzare tra le automobili di un parcheggio in pieno centro cittadino. A San Mauro Cilento sono arrivati a rovistare i rifiuti nei cassonetti della spazzatura. Nello stesso borgo hanno provocato diversi incidenti stradali. Una famiglia intera è stata investita ad Acquavella, frazione di Casalvelino. Un cinghiale di grosse dimensioni, invece, ha mandato all’ospedale di Vallo della Lucania un vigile in servizio a Castellabate che ha impattato contro l’animale mentre era a bordo dello scooter della municipale. Qualche anno fa a Marina di Camerota un ungulato ha aggredito un anziano. Stessa sorte è toccata ad una donna del Vallo di Diano, travolta alle spalle mentre era al cimitero. Non solo problemi e pericoli per i cittadini in prima persona. I cinghiali scavano nei terreni e fanno crollare i muretti in pietra costruiti dagli agricoltori. Gli stessi agricoltori, spesso, si svegliano al mattino e trovano l’orto distrutto: «Questi animali mangiano tutto, non ne possiamo più».

Ieri pomeriggio, nella sede dell’ente Parco del Cilento a Vallo della Lucania, i sindaci dell’area protetta si sono ritrovati per una assemblea della comunità monotematica sull’emergenza cinghiali. Le comunità locali sono esasperate, la presenza degli ungulati é diventata insopportabile. Intanto spunta un bando del Parco: «Mettiamo in vendita gli esemplari vivi. Un tot di capi alla volta all’asta, chi offre di più se li prende». Ma l’idea non piace a tutti. Molti sindaci sostengono che questa non sia la soluzione adatta. «Chi non condivide il nostro progetto politico a sostegno del territorio si consideri fuori dalla maggioranza». Questo, ad esempio, è quanto afferma Pino Palmieri, sindaco di Roscigno e presidente della comunità montana Alburni. In merito alla soluzione proposta dall’ente Parco, e discussa ieri nel corso della riunione, l’ente montano ha deciso di prendere una posizione chiara e inequivocabile: «Diffidare il Parco e chiedere l’immediata sospensione del bando per la cattura e la vendita dei cinghiali vivi». Una soluzione che non piace alla maggioranza della comunità montana che, nell’ultimo consiglio comunitario, aveva deciso di non partecipare all’incontro per testimoniare la propria contrarietà a questa soluzione, dal momento che i membri dell’ente «non vogliono accettare soluzioni non concordate con il territorio». Ma nonostante gli accordi presi in consiglio, qualcuno ha comunque deciso di percorrere una strada in solitaria, partecipando al’lincontro e quindi dimostrando non solo di volere agire individualmente, ma probabilmente di non condividere il progetto comune. «La maggioranza politica degli Alburni non partecipa a riunioni improduttive dell’assemblea del Parco e contrasta iniziative personalistiche – continua Palmieri -. Tra l’altro nei prossimi giorni nel corso di un appuntamento che si terrà a Roscigno Vecchia, la comunità montana Alburni segnerà un passo decisivo nella battaglia del territorio contro il Parco, considerato solo un vincolo e non un’opportunità: il 18 settembre alle ore 12 si chiederà pubblicamente a deputati e senatori di sottoscrivere la proposta di modifica della legge istitutiva del Parco Nazionale del Cilento, sostenuta dalla comunità montana degli Alburni. È il momento – conclude il sindaco – di scegliere da che parte stare».

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