Decreto liquidità, la garanzia 100% per i prestiti alle imprese in difficoltà: «una chimera»

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Decreto liquidità, la garanzia 100% per i prestiti alle imprese in difficoltà: «una chimera»

di Ma.Va.

Sarebbe il caso di dire «fatta la legge trovato l’inganno». Il decreto liquidità per sostenere le imprese colpite dall’emergenza Coronavirus prevede un prestito fino a 25mila euro garantito dallo Stato al 100%, semplice almeno sulla carta. Si fa un gran parlare della liquidità veloce e garantita al 100% ma in realtà le risposte che provengono dai territori dicono tutt’altro.

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri aveva dichiarato che da questa settimana sarebbero stati versati i primi fondi sui conti delle aziende ma questo non accade o meglio accade solo per quelle aziende che sono in grado di dimostrare un adeguato merito creditizio. Niente di anomalo in condizioni normali: gli istituti di credito prestano soldi a chi è in grado di restituirli ma non dovrebbe essere così in base agli annunci fatti con il decreto liquidità, destinati a tutte (tutte) le imprese in difficoltà. A cosa serve annunciare miliardi di risorse disponibili per le imprese “senza istruttoria creditizia” quando poi, dopo solo qualche giorno si viene smentiti? Le banche infatti continuano a fare il loro mestiere come se si fosse in condizioni normali.

Attenzione, la critica non è al settore bancario ma al Governo poiché le banche sono imprese private e fanno il loro mestiere con soldi che sono dei correntisti: proteggendo il loro capitale, proteggono quello dei risparmiatori che depositano le loro finanze. La denuncia viene dal dottor Luca Iovine, consulente d’azienda, che sta svolgendo attività di sportello informativo per imprenditori e professionisti in confusione in questa fase di emergenza «anche per le nebulose misure adottate dal Governo».

Con il progetto Futuro prossimo, l’UCID (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) è scesa in insieme all’Associazione L’Altra Napoli Onlus e l’Associazione Commercianti di Forcella per essere accanto ai commercianti in difficoltà. Un modo per mettersi al servizio dei più deboli per rilanciare il volontariato in un’epoca in cui anche l’economia deve rappresentarsi con il giusto spirito sociale e solidale.

Si tratta di un concetto nuovo di economia inclusiva, come afferma Stefania Brancaccio, presidente Ucid Campania: «Abbiamo pensato di accompagnare in modo qualificato, quanti, in questo momento, si trovano in grandi difficoltà economiche, mettendo a disposizione le nostre “forze” non solo degli imprenditori, ma anche dei professionisti iscritti Ucid: avvocati dottori commercialisti, medici». Tra questi professionisti c’è Luca Iovine: «Facciamo una enorme fatica ad orientare imprenditori e lavoratori poiché con i comunicati stampa si dicono delle cose e la realtà dei fatti è completamente diversa».  

«Tante persone rientrano nei requisiti previsti dalla normativa: non sono in sofferenza e non hanno neppure ‘inadempienze probabili’, ‘scadute o sconfinanti deteriorate’. Ma nonostante questo si sono viste rifiutare l’erogazione del prestito di 25 mila euro. Il motivo è tecnico: per ogni euro di garanzia la banca può erogare 3 euro di prestiti e quindi deve scegliere a chi dare i soldi. Inoltre, in caso di inadempienza del debitore, la restituzione dei soldi alle banche non è immediata” da parte del Fondo di Garanzia. La carenza di fiducia tra banche e governo, mina alla base una misura potrebbe essere utile, ma in realtà utile lo è solo in teoria o sui comunicati stampa.

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