Delitto Vassallo, le indagini segrete di un carabiniere e quella passeggiata del «brasiliano che spiava Angelo»

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Delitto Vassallo, le indagini segrete di un carabiniere e quella passeggiata del «brasiliano che spiava Angelo»

Il giallo s’infittisce. I particolari in possesso degli inquirenti cominciano a trapelare sempre di più. Attorno al delitto di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica ucciso da nove colpi di pisola la notte del 5 settembre del 2010, ci sono troppi episodi sospetti. Troppe persone. Rimane un indagato, Bruno Humberto Damiani, conosciuto come il «brasiliano». E’ attualmente rinchiuso nel carcere di Bogotà, in Colombia, in attesa di essere estradato in Italia. Emergono elementi interessanti sull’assassinio del primo cittadino cilentano e pare che a svelarli sia stato un carabiniere del Lazio che a settembre di quattro anni fa era in vacanza a Pollica. Il militare avrebbe raccontato agli inquirenti di strane figure che nella sera dell’omicidio passeggiavano sul porto di Acciaroli a pochi metri di distanza dal bar dove era seduto Vassallo. Sarebbero due uomini che accompagnavano Bruno Damiani. Angelo Vassallo stava prendendo un caffè in compagnia di altre persone e loro facevano su e giù, allontanandosi in un paio di occasioni per raggiungere da vicino il luogo dove il sindaco parcheggiava l’automobile. Strane coincidenze. In quell’auto, poche ore dopo, Vassallo è morto trucidato. Questi sono tutti elementi al vaglio di Rosa Volpe, pubblico ministero del tribunale di Salerno. A novembre il sostituto procuratore è volato in sud America per ascoltare il «brasiliano» che si è sempre dichiarato innocente ed estraneo alla vicenda. 

Ma il carabiniere fuori servizio avrebbe notato dell’altro: ad esempio come Damiani entrava in alcuni locali di Acciaroli, consumava e non pagava, di prepotenza. Poi risse con altri spacciatori della zona e il giallo dell’accoltellamento in una nota discoteca tra Marina di Camerota e Palinuro nella sera del ferragosto del 2010, venti giorni prima del delitto. Vengono tutti considerati pezzi di un puzzle non completato. Tutti pezzi in attesa di essere accorpati. A questi si aggiungono anche quelli forniti dalle videocamere di sorveglianza di un locale commerciale del porto cilentano. I filmati sono stati sequestrati sempre dal carabiniere in servizio nel Lazio, che ha passato i video prima su una pen drive e poi su un cd-rom. Questa operazione è avvenuta nella caserma dei carabinieri di Castello di Cisterna, ai piedi del monte del Vesuvio, tra Brusciano e Somma Vesuviana. Tasselli, indizi di un caso irrisolto da troppo tempo. Ai video si aggiungono i racconti delle persone vicine ad Angelo Vassallo. Come la figlia, che dice di essere stata salutata più volte da Stefano, il fratello del «brasiliano», nel pomeriggio del 5 settembre, quando invece, nei giorni precedenti, non si guardavano nemmeno in faccia. Stefano accompagnava sempre Bruno. Oltre al carabiniere, nelle indagini spicca un’altra figura: un albergatore del posto che secondo chi indaga avrebbe tenuto un incontro con il «brasiliano» e alcuni fornitori di droga napoletani che smerciavano nel porto di Acciaroli per poi raggiungere le piazze del Cilento. Lo stesso albergatore, sempre secondo gli inquirenti, avrebbe soccorso Damiani in seguito all’accoltellamento in discoteca.

Tutto da accertare. Nel frattempo queste storie, le testimonianze di chi era a Pollica quel giorno e altri racconti non noti a chi scrive, sono nelle mani degli investigatori della procura di Salerno. Anche uno sguardo, un saluto di più e una passeggiata inusuale possono contribuire allo svolgimento delle indagini. Il caso Vassallo, per il momento, però, resta un giallo ancora irrisolto. 

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