Film su Vassallo, Alfredo Greco: «Insopportabile e immorale che si infanghi la memoria di Angelo»

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Film su Vassallo, Alfredo Greco: «Insopportabile e immorale che si infanghi la memoria di Angelo»

Parole dure, quelle che arrivano dal magistrato Alfredo Greco, ex procuratore al tribunale di Vallo della Lucania e caro amico del sindaco ucciso a Pollica nell’estate del 2010, che proprio al sindaco pescatore dedicò l’ultimo intervento pubblico, durante la cerimonia di saluto alla magistratura che si è svolta lo scorso gennaio. «Vorrei pregare le persone che oggi infangano la memoria di Angelo Vassallo di smetterla: lo trovo insopportabile, immorale, ingiusto ed estremamente dannoso per tutta la Comunità Cilentana che ne risulta avvelenata ancora più che dalle stesse pallottole che uccisero Vassallo, ancora più che dagli stessi disastri ambientali che in tanti dicono di aver contrastato», ha detto il magistrato.

I loro rapporti «Per molti anni – spiega Greco – sono stato testimone della vita personale, familiare, sociale, amministrativa e politica di un grande uomo che è stato capace di condurre e capitanare una vera e propria rivoluzione culturale della sua difficile e meravigliosa terra – quella rivoluzione che oggi serve in Italia per affrancarla dal malaffare, dall’ ipocrisia e dalla sonnolenta e rassegnata soggezione alle piccole e grandi corruttele – e che Angelo aveva condotto impugnando una sola bandiera, quella della legalità, quella sotto i cui colori in tanti si sono iscritti e si iscrivono, ma che solo in pochi sono stati capaci e degni di reggere: Vassallo lo era».

«Chiamai i sindaci» «In quegli anni facevo il Procuratore della Repubblica nel Cilento – racconta il magistrato – e ne conoscevo già bene le realtà, le storie e le dinamiche poiché tanto tempo prima ero stato Pretore anche a Pollica dove Angelo era un ragazzo, pescatore e figlio di un pescatore (soprannominato ‘il collega’), mi rivolsi ai Sindaci del Cilento, che erano circa 50, invitandoli a frequentare il mio ufficio per interloquire proprio su un concetto di legalità semplice e comprensibile a tutti e che non sembrava più albergare in quelle terre: fare sempre e solo il proprio dovere nell’ interesse dei cittadini e cercare di rivolgersi alla Procura per ogni problematica o anche ogni fatto che solo sembrasse strano o poco regolare o ingiusto: ho tenuto così la porta del mio ufficio aperta per circa 15 anni e senza assentarmi mai».

«L’entusiasmo di Angelo» «Vassallo fu il più entusiasta e il più propositivo – dice Greco – di una schiera di meravigliosi sindaci che in un modo o in un altro lui conduceva (e non posso qui non ricordare Vincenzo Speranza, Gianfranco Scarpa, Eros Lamaida, Gerardo Ruocco, Franco Alfieri, Peppe Cilento, Carmelo Stanziola: persone che erano entusiaste di fare il proprio dovere con l’unico tornaconto di avere contribuito a dare qualcosa alla propria gente). Vassallo veniva di continuo, chiedeva consiglio e conforto nei confronti di un mondo difficile che affrontava a viso aperto, mortificava e costringeva a lavorare quelli che non c’erano abituati, era attento a tutto ciò che potesse essere pericoloso per il territorio, convinceva gli altri amministratori ad assumere questa stessa condotta e, malgrado la stima e l’amicizia che io gli dimostravo, non mi ha mai chiesto nulla: una volta soltanto riuscì, e con grande imbarazzo, perché Angelo era un timido, a far cadere nel nostro discorso, che quella volta riguardava i suoi progetti per il Consorzio dell’ olio, la vicenda di un processo che vedeva imputati i suoi oppositori e mi disse che bisognava essere comprensivi perché erano dei ragazzi».

«Questo era Vassallo, – continua Greco – che ha dato dignità ad una popolazione intera, che ha preteso dalla sua famiglia e dai suoi amici soltanto di non vendersi (così diceva), che è stato trucidato in modo barbaro, non so da chi e perché, ma certamente perché a qualcuno aveva opposto in insormontabile “NO”, sicche’ non è per me accettabile che venga oggi bollato di “arroganza , strafottenza e presunzione”, che vengano ventilati dei dubbi sulla linearità della sua vita insinuando che è malamente rappresentato, anche dalle fictions televisive, come un uomo che si è immolato sull’ altare della legalità». «Nella nostra storia, anche recente, – conclude – quegli uomini coraggiosi che hanno tentato una rivoluzione culturale per la legalità o sono stati uccisi o sono stati isolati o sono stati calunniati: Vassallo già è stato ucciso, non c’è bisogno di calunniarlo solo perché lo avete invidiato. Smettetela!».

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Fiction ‘Il sindaco pescatore’, Vassallo e Pollica non sono il Cilento 


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