Franco Palumbo, ad un anno dalla morte del sindaco il messaggio della figlia Sabrina

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Franco Palumbo, ad un anno dalla morte del sindaco il messaggio della figlia Sabrina

E’ stato amato Franco Palumbo, il sindaco di Capaccio Paestum e per molti anni primo cittadino di Giungano, morto un anno fa, il 18 marzo, all’età di 54 anni per un male incurabile che lo aveva colpito. A ricordarlo ieri con un lungo messaggio è stata la figlia Sabrina.

Oggi, ad un anno esatto dalla scomparsa di mio padre, avrei solo voluto stringermi alla mia famiglia, rivangando i ricordi di un passato che non potrà mai più tornare.

Avrei voluto accarezzare con la mente solo i momenti più belli, quelli felici, che nonostante tutto, nessuno mi potrà mai sottrarre. Avrei solo voluto ripercorrere tutta quella strada trascorsa insieme, quando la mia mano era stretta nella sua, quando mi sentivo ancora protetta da quel padre che mi rendeva ogni peso più leggero…

Arriva, però, un momento della vita in cui siamo costretti a lasciare quella mano ed è in quell’ attimo esatto che si inizia a vivere nel ricordo e all’insegna di quegli insegnamenti, di quei valori e di quei principi che lui ci ha sempre trasmesso quando era in vita. Di lui non dimenticherò mai la sua alta moralità, il suo enorme senso del dovere che ha trasposto anche e soprattutto nella sua attività politica. Perché al di la delle parole tanto inflazionate sul suo operato, al di la dei falsi e squallidi articoli in “sua memoria” che lasciano, invece, trapelare (anche dopo la sua scomparsa) un evidente insofferenza per quel “forestiero” che per la prima volta nella storia politica di Capaccio-Paestum ha sconfitto i poteri forti…mio padre è stato, resta e resterà il grande amministratore che ha inaugurato l’era del Fare bene, che ha trasfuso nella gente un rinnovato senso di fiducia nella politica…nonostante i maldestri tentativi di sminuirlo o di sbeffeggiarlo. Tentativi che, tra le righe di qualche articolo di natura politica che indossa la maschera della “commemorazione”, inciampano nelle loro stesse bugie.

Mi sconcerta appurare che alcuni, fortunatamente pochi, hanno perso la loro umanità, virtù forse mai conosciuta…soprattutto in un periodo come questo, in cui il nostro Paese si trova ad affrontare un tale allarme sociale, in un momento in cui si dovrebbe maggiormente apprezzare il senso della vita, si trova ancora spazio per il rancore e per tutti quei sentimenti che rendono l’uomo ignobile. Oggi, in cui ogni considerazione politica avrebbe dovuto cedere il passo alla commemorazione di un uomo che ha dato tanto a questo territorio, mi sarei aspettata rispetto. Quindi a chi, con bassi tentativi, tenta di fare politica cercando di utilizzare ancora una volta la figura di mio padre, suggerisco di farsi da parte, perché ogni suo fare sarà vano e sterile, come l’animo che lo abita.

Colgo anche l’occasione per ringraziare tutti coloro che in qualche modo nella giornata di oggi mi hanno fatto avvertire la loro vicinanza, sono queste profonde attestazioni di stima e di rispetto che mi ricordano quanto mio padre fosse stato amato tra le persone che lo stimavano e lo circondavano di affetto sincero. Oggi sono felice di avvertire che la sua eredità politica non è andata dispersa e che il seme da lui piantato continua a fiorire nonostante i costanti tentativi di arrestare il CAMBIAMENTO!

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