Gustavo Piga a Villammare con “L’interregno”, una terza via per l’Italia e l’Europa

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Gustavo Piga a Villammare con “L’interregno”, una terza via per l’Italia e l’Europa

Gustavo Piga, economista di lungo corso, Ordinario di Economia Politica dell’Università degli Studi Roma 2, propone nel suo ultimo libro, “Interregno”, uscito nel 2020 per Hoepli edizioni, un viaggio nel tempo con un’attenzione particolare agli ultimi due secoli.

Partendo dal libro l’autore dialogherà con l’avvocato Franco Maldonato, Direttore del Polo Museale San Giovanni a Piro, nel corso dell’iniziativa “Incontri letterari Petrusiani” che avrà luogo questa sera, giovedì, alle ore 21.30 presso Largo G. Cattel a Villammare. Un incontro che sarà un’occasione imperdibile per approfondire insieme a Pica e Maldonato tematiche cruciali per l’Italia e l’Europa. Porterà i saluti sarà il sindaco del Comune di Vibonati Manuel Borrelli.

Trama

Euro o no-euro?
Unionisti o nazionalisti?
Cosmopoliti o sovranisti?

Dall’insorgere della crisi americana nel 2008, divenuta crisi esclusivamente europea dal 2011, il Vecchio Continente si è diviso al suo interno: geograficamente, politicamente, socialmente ed economicamente. Difficile dire quale posizione prevarrà: quello odierno è, avrebbe detto Gramsci, un momento di “interregno”, in cui possono verificarsi “i fenomeni morbosi più svariati”. Eppure, malgrado questa incertezza sul futuro, la Storia non è avara di consigli: soprattutto per prevedere in che senso il domani si opporrà a sua volta a ieri.

Gustavo Piga ripercorre da economista, ma con sguardo interdisciplinare, non solo questo primo ventennio dell’euro, ma anche i primi decenni ? secoli addietro ? di un’altra unione monetaria che è riuscita a sopravvivere e, a suo modo, ad affermarsi: quella degli Stati Uniti d’America.

Le lezioni che si traggono da queste due storie portano a individuare una terza via per la sopravvivenza pacifica e lo sviluppo armonioso del nostro Paese e dell’Unione europea. Una via che non è né quella dell’abbandono dell’euro, né quella degli Stati Uniti d’Europa ora e subito. Una via forse più complessa, che richiede una politica (italiana ed europea) più coraggiosa e meno populista, più keynesiana e meno liberista, più locale e meno globale, capace di seminare oggi al fine di vedere crescere domani la pianta di un’Europa più solidale attraverso una reale cooperazione tra le future generazioni.

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