I turisti al sindaco di Camerota: «Il ‎mare non è il vostro immondezzaio»

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I turisti al sindaco di Camerota: «Il ‎mare non è il vostro immondezzaio»

Un turista in vacanza al Black Marlin Club, noto villaggio turistico di Marina di Camerota, scrive un post su Facebook all’indirizzo del sindaco di Camerota, Antonio Romano. All’indomani della festa patronale di San Domenico, il mare si presenta come un enorme «immondezzaio». In acqua c’è di tutto. Il ragazzo di Milano, Pierpaolo Farina, ha raccolto, insieme a familiari e conoscenti, per tutta la mattinata le carte dei fuochi pirotecnici che ieri sera, 4 agosto, sono stati sparati sul porto del paese cilentano a conclusione dei festeggiamenti religiosi. «Si scrive “festa del santo patrono”, si legge inciviltà». Comincia così il post del giovane, poi continua: «Alla cortese attenzione del sindaco di Camerota, Antonio Romano, sono molto contento che ieri abbiate festeggiato a Marina di Camerota il vostro santo patrono, da qui, a chilometri di distanza alla località Mingardo, che pure è parte del territorio che lei amministra, si vedevano i lampi dei fuochi d’artificio tra le montagne. Devono essere stati bellissimi. Una preghiera per il futuro, a lei, alla sua amministrazione e a chi cura lo spettacolo pirotecnico: il ‎mare non è il vostro immondezzaio».  

Accuse durissime nei confronti di un amministratore che è a guida di un Comune premiato con le 5 Vele, massimo riconoscimento della Guida Blu di Legambiente. «Stamattina una delle spiagge più belle d’Italia è stata inondata dai detriti dei fuochi: cartone, plastica, micce inesplose. L’acqua – continua Farina – era uno splendore, come sempre, ma era insozzata dai postumi dei vostri festeggiamenti. Io, che vengo qui da 20 anni da Milano, insieme ad altri bagnanti e i bagnini ci siamo messi a fare quello che dovrebbe fare lei: ripulire il mare, coi retini. Ci abbiamo messo ore e non abbiamo ancora finito e probabilmente non ci riusciremo, è una valanga. Ho ben capito che vi frega assai poco di curare le bellezze del vostro territorio, basta vedere i servizi e le infrastrutture che non offrite al turista, lasciando al virtuosismo dei privati il miglioramento e il mantenimento di un patrimonio Unesco. Però questo patrimonio non è roba vostra, è roba anche mia, che vivo 11 mesi l’anno a Milano. È patrimonio di tutti gli Italiani. Di quelli di oggi è di quelli di domani. Rispettatelo, altrimenti abbiate la dignità di cambiare mestiere: visto il disastro di oggi, è evidente che non siete adatti a tutelare il bene comune».

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